Dal peschereccio al supermercato, ecco le flotte del Gruppo Pam in Adriatico e nel Tirreno
La storica insegna della grande distribuzione presenta la flotta di pescherecci che, dal 1999 ad oggi, salpa ogni notte per assicurare ai punti vendita Pam di tutto il territorio nazionale il rifornimento del miglior pesce fresco dell’alto Adriatico. E ora è pronta anche per il Tirreno

VENEZIA. Pam scommette sui freschissimi e sulla crescita lavorando a nuove partnership e ingaggiando altre 2 flotte, questa volta sulle coste tirreniche della Toscana e del Lazio, per fornire pesce pescato fresco ai suoi clienti.

Grazie ai nuovi accordi siglati durante l'estate di quest'anno, il gruppo della Gdo con sede a Spinea nel Veneziano porta a 18 i pescherecci della sua flotta affiancando altre 10 imbarcazioni alle 8 attive dal 1999 in Alto Adriatico e che, dal giugno 2020 al giugno 2021, avevano fornito alla rete Pam e Panorama oltre 3200 tonnellate di pesce per un fatturato intorno ai 50 milioni di euro.

Una mossa importante in una strategia legata al rafforzamento della percezione della qualità per un gruppo pronto a chiudere il 2021 con ricavi in linea con quelli di un 2020 da record (nell'anno della Pandemia il gruppo Pam aveva registrato 2,7 miliardi di fatturato in crescita del 6,2% sul 2019).

«Forti di una lunga esperienza nel settore» ha chiarito Gianpietro Corbari Ad del Gruppo Pam «abbiamo scelto di continuare ad investire in un servizio il cui valore non sta tanto nella marginalità quanto nella percezione di qualità che offre all'intero punto vendita. Il pesce è inoltre uno dei prodotti a migliore tasso di crescita tra i freschissimi, con un incremento medio di mercato intorno al 10,5% che da noi raggiunge il +12,5%».

Senza nascondere le proprie preoccupazioni per un'inflazione che, se non governata, rischia di mettere in crisi ancora una volta i consumi, il gruppo guarda a nuove strategie sia in termini di crescita nel presidio dei mercati locali regionali che in termini di politiche commerciali complessive. «Il 2020 è stato un anno record in termini di fatturato ma anche un punto di svolta nelle nostre strategie commerciali» conclude l'Ad del Gruppo Pam.

«La capacità di spesa dei consumatori è in contrazione da anni, e i segnali che ci vengono dall'aumento dei prezzi delle commodities, delle materie prime e dai nostri fornitori non sono positivi. Ma è pure vero che anche le modalità di acquisto sono molto cambiate e l'attenzione alla qualità a prescindere dai brand è sempre più forte.

Consapevoli di queste sfide abbiamo scelto di intervenire sulle grandi superfici di vendita creando partnership strategiche per i nostri spazi destinati al non-food, scommettendo su prezzi calmierati invece di continuare con la politica delle promozioni una tantum, riducendo il peso dei prodotti a marchio sugli scaffali e chiedendo a tutti i fornitori uno sforzo in più in termini di qualità del prodotto. Nel contempo abbiamo sviluppato nuove partnership, simili a quella attivata con Retail Pro in Campania nel giugno del 2020, anche in Piemonte, Lombardia e Liguria con operatori come Borello e Arimondo. Vogliamo lavorare al fianco di imprenditori locali di eccellenza per affrontare la sfida di un mercato che vede nella crescita dimensionale uno strumento di competitività sempre più stringente, eventualmente aprendo i nostri orizzonti non solo nel contesto di un mercato italiano ancora molto parcellizzato ma anche, in futuro, al resto dell'Europa».

A queste strategie Pam affianca nuove sperimentazioni in ambito delivery: a partire dalla metà di ottobre nell'area metropolitana di Bologna il gruppo offrirà ai suoi clienti online il servizio PamFlash che promette la consegna a casa della spesa in 30 minuti. Un'operazione che guarda al successo della app tedesca Gorillas anche sul mercato italiano della consegna a domicilio.
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