Da Del Vecchio a De’ Longhi, ecco chi sono i paperoni della Borsa a Nordest
Con 26,6 miliardi di euro, Leonardo Del Vecchio è il privato con la più grande ricchezza tra le società quotate. Merito non solo di EssilorLuxottica, ma anche delle altre società nelle quali ha partecipazioni rilevanti, da Mediobanca a Generali, a Unicredit. In questo anno e mezzo, invece, i Benetton hanno perso un quarto della propria ricchezza

PADOVA. Dopo il Tesoro, c’è mister Luxottica. Con 26,6 miliardi di euro, Leonardo Del Vecchio è il privato con la più grande ricchezza tra le società quotate. È quanto emerge da uno studio de La Repubblica, che segnala anche come, rispetto all’inizio del 2020, il valore delle sue partecipazioni sia cresciuto dell’8,5%.
Merito non solo di EssilorLuxottica, ma anche delle altre società nelle quali ha partecipazioni rilevanti, da Mediobanca a Generali, a Unicredit. Insomma, la crisi pandemica è ormai un lontano ricordo, per lui così come per i Prada-Berelli, la famiglia Agnelli e quella Garavaglia (proprietari di Campari).
In questo anno e mezzo i Benetton hanno perso un quarto della propria ricchezza (male soprattutto Atlantia, che ha visto crollare le quotazioni allo scoppio della pandemia nella primavera dello scorso anno e poi ha recuperato solo in piccola parte), ma con 5,7 miliardi di euro non possono certo lamentarsi.
La top ten nazionale è chiusa da un’altra famiglia veneta come i De’ Longhi, che all’opposto hanno visto balzare in avanti il valore delle proprie partecipazioni del 132% arrivando a quota 3,2 miliardi di euro. Merito dell’azienda familiare, protagonista di diverse acquisizioni e alle prese con il boom di vendite di macchine da espresso e di mini-elettrodomestici per la casa registrato in questo periodo.
La classifica non comprende i padovani Stevanato, che venerdì hanno quotato a Wall Street l’azienda di famiglia che produce fiale e sta fronteggiando un boom della domanda grazie ai vaccini anti-Covid. Nonostante il debutto negativo (-10%), la partecipazione vale circa 4,7 miliardi di euro.
Molto distanti, ma comunque su livelli ragguardevoli, poco più di 650 milioni, le famiglie Benedetti e Mareschi Danieli, che controllano la quotata Danieli – Officine Meccaniche.
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