Corsa per Confindustria, Veneto Est divisa su tre candidati. Primo test il 4 marzo a Vicenza

Il presidente Destro lavora per raggiungere una sintesi. Marinese: «Non comprometto la fusione»
Roberta Paolini

Si inasprisce il confronto in Veneto Est in vista dell’appuntamento per il rinnovo del vertice di Confindustria nazionale. La corsa per il dopo Bonomi restituisce una istantanea di divisioni interne alla potente territoriale del sistema, la seconda dopo Assolombarda, che non accennano ad attenuarsi. E questo a ridosso dell’appuntamento con i candidati, che saranno a Vicenza, in un incontro rigorosamente a porte chiuse, il 4 marzo.

I nomi sono noti e rispondono ai profili di Emanuele Orsini, attuale vicepresidente nazionale con delega al credito, Alberto Marenghi, anche lui vice di Carlo Bonomi e suo delfino, Edoardo Garrone, il numero uno di Erg e de Il Sole 24 Ore, e Antonio Gozzi, a capo di Duferco e attuale leader di Federacciai. Mentre il 9 marzo sarà la volta dei saggi, che saranno a Padova, ascoltare la base su chi gradiscano per la poltrona più alta dell’Aquilotto.

Lo scenario di un dibattito dai toni a tratti molto accesi è stato l’ultimo consiglio di presidenza della territoriale, che unisce Padova-Treviso e Venezia-Rovigo, e che ha messo in luce dinamiche e alleanze significative.

Da un lato Vincenzo Marinese, vice presidente per Venezia, il quale, forte di un'intesa con Emanuele Orsini, mira a rafforzare la sua posizione su scala nazionale. Anche se, secondo alcune fonti, la sua ascesa in Viale dell’Astronomia - si dice mirasse alla vicepresidenza nel caso Orsini diventasse presidente - potrebbe essere ad un punto cieco. Dall'altro, ci sono figure di spicco trevigiane come Maria Cristina Piovesana, ex presidente della territoriale ed ex vice di Bonomi (che aveva fortemente sostenuto per poi invece arrivare allo scontro, dimettendosi dopo appena un biennio), ora nuovamente attiva nei consigli di presidenza di Confindustria Veneto Est, e Denise Archiutti, vice presidente nella squadra di Leopoldo Destro, che sarebbero inclini a sostenere Gozzi.

L’area trevigiana, in particolare gli esponenti del settore del mobile, stanno infatti esprimendo riserve nette su Orsini a causa di divergenze legate a FederlegnoArredo, vedendo invece in Gozzi la figura di riferimento ideale. Veneziani e rodigini, però, come detto, mostrano una forte preferenza proprio per l’imprenditore emiliano.

Al centro di questo scenario si colloca il presidente della territoriale Leopoldo Destro, insieme a esponenti di spicco di Padova e alcuni imprenditori di peso come Mario Moretti Polegato e Alberto Zanatta, i quali, insieme a Enrico Carraro, leader degli industriali veneti, sarebbero invece orientati verso Edoardo Garrone.

Il quale, per altro, si è distinto per la sua scelta di rimanere al di fuori delle tensioni, che hanno trovato un momento di particolare intensità in occasione dell'ultimo consiglio di presidenza nazionale, quando Antonio D’Amato, sostenitore di Gozzi, ha espresso critiche indirettamente verso Orsini (non lo ha citato).

La competizione, quindi, rischia di lasciare i veneti in una posizione defilata rispetto a dinamiche più ampie, a meno che non emerga una volontà comune di superare le divisioni in vista delle prossime votazioni. La sfida di allineare le visioni di chi sostiene Gozzi con quelle di chi vuole Orsini appare complessa.

Marinese, attuale vicepresidente di Veneto Est, affermano invece alcune fonti, avrebbe più volte fatto capire (e pare lo abbia ribadito anche nella riunione di giovedì scorso) che se Confindustria Veneto Est non si schierasse con Orsini, lui potrebbe attivare una clausola inserita nell’accordo di fusione fra Venezia-Rovigo e Padova-Treviso, che permette alla sua vecchia associazione di recedere senza giusto motivo per 10 anni.

Su questa ipotesi però il confindustriale, raggiunto al telefono, ha smentito: «Non mi passa neanche per l’anticamera del cervello - ha detto - non comprometto una casa comune per una cosa del genere».

A poco più di un mese dalla votazione per la designazione del futuro presidente di Viale dell’Astronomia, la situazione di Confindustria Veneto Est rimane dunque incerta, con diverse opzioni sul tavolo: sostenere Orsini, appoggiato da Intesa Sanpaolo e da realtà dell'Emilia e del Sud, oppure Gozzi, che gode del favore dell'attuale governo oltre all'appoggio di ex società statali, oltre che della spalla di alcuni esponenti politici come Maurizio Sacconi.

O infine scegliere la via profilata da Destro e Carraro, di unire le forze del Nord, inclusi Liguria, Piemonte, parte della Lombardia (Bergamo e Brescia sono con Gozzi) e altri esponenti veneti, a favore di Garrone.

Senza dimenticare che tutto ciò incrocia anche la successione della stessa Veneto Est, che va al rinnovo del suo presidente in autunno.

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