Corridoi europei e laureati Stem. Il dossier veneto per il polo dei chip
Le voci sul vantaggio di Novara e i punti di forza di Vigasio

Un bacino di quasi mille studenti che annualmente conseguono il master in ingegneria elettronica e scienza dei materiali, un’area che è un punto di snodo di due fondamentali assi europei, il corridoio verticale scandinavo-mediterraneo e quello orizzontale mediterraneo, e una fitta rete di aziende innovative e multinazionali che gravitano sempre a pochi chilometri dall’autostrada del Brennero.
Sono gli elementi cardine del corposo dossier della Regione Veneto che in un primo tempo aveva convinto i vertici di Intel a scegliere Vigasio, nel Veronese, come sede di un maxi stabilimento (investimento poi sfumato per decisione della multinazionale americana) e ora in corsa per portare in Veneto la fabbrica di Silicon Box, il gruppo di Singapore che ha stretto un patto con il governo per investire 3,2 miliardi di euro nel Nord Italia. Un’opportunità fondamentale per lo sviluppo della regione e che proietterebbe il Nord Est tra le aree più innovative in ambito europeo.
La decisione finale spetta comunque alla società guidata dall’amministratore delegato, Byung Joon Han: il dossier è alla stretta finale e in pista restano Novara, Vigasio e la Lombardia, nel triangolo tra le province di Milano, Lodi e Pavia.
Sabato la Stampa aveva dato ormai in vantaggio la città piemontese, una lettura che aveva trovato conferme anche in Veneto. Nelle scorse ore il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fatto poi sapere di svolgere un ruolo super partes e che la valutazione è ancora in corso. A Venezia ritengono che il loro dossier abbia il punto di forza di essere stato elaborato per tempo, quando ancora c’era il governo Draghi, e di aver già convinto Intel.
Un elemento chiave è ovviamente quello della facilità di recuperare personale di alto livello, data la vicinanza ad alcuni poli accademici di eccellenza. Oltre ovviamente a quello di Padova, vengono citate nel dossier anche Milano, Pavia, Parma, Modena, Bologna e Udine. Da queste università escono ogni anno oltre 400 studenti con master in ingegneria elettronica e quasi 300 in scienza dei materiali. In più, si sottolinea, le università hanno già dato la disponibilità ad organizzare corsi di laurea ad hoc e avviare corsi speciali.
Un altro elemento chiave è quello infrastrutturale. L’area prescelta, a sud di Vigasio, dista pochi chilometri dall’ autostrada A22 ed è a pochi minuti dall’incrocio dei due assi europei mediterraneo e scandinavo-mediterraneo e a meno di un’ora dal corridoio Baltico-Adriatico. Da non sottovalutare poi la vicinanza a due aeroporti come quello di Verona e quello di Brescia, altamente specializzato nel settore del cargo aereo e hub di Poste italiane. Viene poi dato ampio risalto alla presenza nell’area di multinazionali del calibro di Amazon e di aziende innovative come Rise Technology, Applied Materials e Futura Sun.
Ora non resta che attendere che Silicon Box annunci la sua decisione. È chiaro però che i vertici della Regione siano convinti di essere attrattivi anche nel caso la multinazionale di Singapore scelga altre aree. Nel frattempo però si è anche aperto il dibattito politico dopo l’indiscrezione sul vantaggio di Novara rispetto a Vigasio.
«Sono stati tre anni da incubo per il Veneto», dice il segretario regionale di Azione, Carlo Pasqualetto, «ho contattato i rettori di Padova, Venezia e Verona e il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, per chiedere che si uniscano al nostro appello che diventerà mozione in tutti i consigli comunali in cui siamo presenti. Vorrei che assieme chiedessimo al governo di fare un’azione per portare in Veneto la fabbrica dei chip Silicon Box che vale 1.600 posti di lavoro. L’alternativa è che i nostri migliori giovani, appena laureati, debbano prendere un treno di sola andata per Novara».
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