Carel festeggia i 50 anni: «Pronti a crescere ancora»

Rossi Luciani ripercorre gli inizi a Brugine con i cugini Rocco Cilenti e Luigi Nalini. «Abbiamo capito presto che l’Italia era piccola e abbiamo iniziato a espanderci»
Roberta Paolini

«Mai avrei pensato un giorno di avere un’azienda così: circa 550 milioni di ricavi nel 2022 e più di 2.000 persone che lavorano per noi». Si dice che le difficoltà rivelino i caratteri forti. Il mezzo secolo di Carel ha questo elemento costitutivo. Una storia che inizia nel 1973, quando l’attuale presidente, un giovane Luigi Rossi Luciani, (aveva appena trent’anni) in un viaggio fortunoso scopre una via diversa da esplorare da quella dove era stato fino a quel momento.

Il presidente dell’azienda quotata a Piazza Affari con sede a Brugine, leader mondiale delle soluzioni di controllo per condizionamento, refrigerazione e riscaldamento e nei sistemi per l’umidificazione e il raffrescamento adiabatico, lo racconta così: «Ero molto giovane e con mia moglie già avevamo una piccola azienda, che ancora esiste. Si chiama Nastrificio Victor, di cui lei poi rimase ad occuparsi. Era un periodo non brillante, avevamo i conti correnti vuoti e il magazzino pieno ed io al colmo dello sconforto quel giorno decisi che in azienda non ci sarei andato. E me ne andai al bar, con un libro. A metà pomeriggio incontrai proprio in quel bar un mio cugino, che purtroppo non c’è più, Rocco Cilenti, una persona molto importante nella mia vita. Vendendomi seduto al bar nel mezzo del pomeriggio di un giorno di lavoro mi chiese cosa ci stessi facendo lì. E io raccontai gli raccontai la situazione. Mi rispose: “Allora accompagnami a Milano”».

Durante quella breve trasferta Cilenti e Rossi Luciani visitarono un fornitore di un’altra azienda di famiglia (Hiross ndr.), questa volta del ramo di Cilenti.

«Facevano quadri elettrici» racconta ancora Rossi Luciani «di ritorno da quel viaggio di lavoro, dissi: “C’è bisogno di gente che sappia fare quadri elettrici, non è difficile” e Cilenti gli rispose: “Facciamola noi”». Successe proprio così, un paio di mesi dopo i due cugini, con un terzo, Luigi Nalini, «era ingegnere lavorava sulle macchine per il condizionamento, era un fenomeno» ricorda Rossi Luciani, fondano la Costruzioni Armadi Elettrici, la Carel.

Nel capitale oggi figurano proprio le due famiglie, con Luigi Nalini vicepresidente esecutivo e il figlio Francesco, Ad del gruppo. «Il viaggio a Milano lo avevamo fatto a settembre a novembre già producevamo i primi quadri elettrici». Gli anni passano e i soci di Carel si accorgono che il prodotto aveva bisogno di più valore. «Iniziava ad avanzare l’elettronica e così prendemmo una persona che si occupasse di questo».

Sono gli anni Ottanta e Carel è la prima azienda a realizzare in Europa un controllore elettronico a microprocessore per i condizionatori di precisione destinati ai centri di calcolo. «Il nostro primo settore è stato il condizionamento. Poi ci siamo rivolti alla refrigerazione, dove la concorrenza è da sempre più serrata e spesso con aziende che erano, e ancora sono molto, più grandi di noi». I settori si ampliano ma non basta. L’ossessione non è per la crescita soltanto, ma per la diversificazione: segmenti di mercato e paesi.

«Abbiamo capito che l’Italia era troppo piccola e abbiamo cominciato a espanderci, prima Francia e poi Germania, poi Gran Bretagna, Sud America e poi gli Stati Uniti e poi e poi…». Oltre ottanta paesi coperti più dell’80% dei ricavi realizzato all’estero. Competenza e operazioni straordinarie. Due snodi fondamentali per la crescita che lo stesso Rossi Luciani riconosce: «Abbiamo avuto la fortuna di crescere in un territorio con una scolarizzazione in crescita, con scuole importanti che sono stati uno dei fattori del nostro successo».

Nella sede di Brugine sul totale degli impiegati il 43% sono ingegneri e informatici e a livello globale il dato scende al 31%. Nell’headquarter i laureati sul totale dei dipendenti sono il 44%, il 64% se si considerano i soli “colletti bianchi”.

Un modello che si è nutrito nell’ultimo decennio di acquisizioni e di un tasso di crescita annuo sempre a doppia cifra. Dalla quotazione a Piazza Affari avvenuta nel 2018 le acquisizioni sono state in tutto undici, i ricavi sono invece cresciuti dal 2012 al 2022 da 158 milioni circa ai circa 545 milioni, praticamente raddoppiando dal suono della campanella in Borsa dei Valori.

Al 30 giugno del 2023 il fatturato ha raggiunto la soglia record dei 330 milioni di fatturato proiettando il gruppo a superare i 600 milioni nell’anno in corso. La coda di questo cinquantesimo si è chiusa con il lancio di un aumento di capitale da 200 milioni di euro. Significa che con queste dimensioni e con queste risorse Carel potrà puntare a operazioni straordinarie più consistenti? «Se ci sarà l’opportunità» chiosa Rossi Luciani «sicuramente valuteremo anche acquisizioni di più importanti dimensioni».

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