Boquel (Lvmh): “L’Italia è la seconda patria del gruppo, in Veneto le eccellenze della calzatura e della lavorazione della pelle”
Parla il direttore dei Métiers d’Excellence LVMH, durante un evento sulla valorizzazione del lavoro artigiano che il gruppo francese del lusso ha portato a Venezia a Homo Faber. Si chiama “Conversations Ex Situ” ed è un progetto nato dalla collaborazione tra un artista di fama internazionale e cinque artigiane rifugiate.

VENEZIA. “L’Italia è la seconda patria dei nostri mestieri artigiani d’eccellenza, insieme alla Francia. La mostra di Homo Faber mette in luce con forza tutta la vitalità dell’artigianato, e dimostra che i mestieri d’eccellenza, anche in un momento complicato come quello attuale, sono in grado di unire le persone, oltre le frontiere e le divergenze politiche”.
Alexandre Boquel, direttore dei Métiers d’Excellence LVMH, in completo casual, una camicia Dior con l’inconfondibile monogramma, lo dice con un perfettamente italiano, ambrato da un sofisticato accento francese. Impersona lo stile del big francese, quella mescolanza di orgoglio francese che rispetta ed ama il saper fare italiano riconoscendo il ruolo centrale del nostro Paese per il gruppo del lusso di Bernard Arnault. Lo fa durante la rassegna veneziana dedicata alle eccellenze artigianali al vernissage nel cuore della Laguna, all’isola di San Giorgio Maggiore, che per l’occasione si è mostrata in due volti completamente opposti: una limpida giornata di aprile che nel giro di poche ore ha lasciato spazio a una bufera di pioggia e vento.

“L’artigianato è il cuore pulsante della nostra maison, che si avvale della collaborazione di oltre duecento esperti in tutto il mondo. E per questo, consapevoli della nostra responsabilità sociale e culturale, abbiamo deciso di dare in concreto il nostro contributo e accendere i riflettori sui mestieri artigiani che sono intorno a noi. Sia in Italia che in Francia ci sono eccellenze che rischiano di andare perdute a breve, e l’intento di questo progetto è mettere in luce, grazie alla creatività, la vitalità dei nostri territori, quello francese e quello italiano”. Una vitalità di cui il Veneto è un esponente importante: la regione, aggiunge Boquel, “è presente nei nostri Métiers d’Excellence con le lavorazioni della calzatura e della pelle, realtà molto importanti e dinamiche”.

Fondazione Giorgio Cini è il luogo che ospita Conversations Ex Situ, progetto nato dalla collaborazione tra un artista di fama internazionale e cinque artigiane migranti: l’iniziativa è approdata a Venezia dopo essere stata inaugurata dal gruppo in occasione dell’edizione 2021 di Fiac, la fiera internazionale di arte contemporanea di Parigi.
Nata su impulso dei Métiers d’Excellence LVMH, l’opera unisce l’arte di Jérémy Gobé, noto a livello internazionale nell’ambito delle arti plastiche, al savoir-faire di cinque artigiane di La Fabrique NOMADE, associazione che opera a favore dell’inserimento professionale di artisti e artigiani rifugiati e immigrati in Francia e gode del supporto del gruppo francese.

Ad accomunare le cinque artigiane, provenienti da Paesi diversi, sono storie personali difficili e un percorso di rinascita che si compie proprio attraverso la loro abilità: sono Anna-Karina Raga, dal Venezuela, che realizza gioielli; Faten Al Ali, siriana, che fa mosaici; Fiorella Gonzalez, peruviana, che lavora all’uncinetto; Ghazaleh Esmailpour Qouchani, iraniana, anche lei specializzata in gioielli, e la turca Serap Karabulut, esperta di cucito.

Tutte hanno collaborato alle Conversations Ex Situ, diverse creazioni individuali che si uniscono in un’unica opera ispirata ai polipi di corallo che, insieme ad altri con cui condividono lo scheletro, formano una barriera corallina. “La conoscenza del nostro passato e dei nostri savoir-faire tradizionali permette di innovare oggi per creare il mondo di domani”, commenta Jérémy Gobé.
“L’idea alla base di questo progetto è usare la creatività e la capacità di suscitare emozioni di un artista come Gobé per rivelare la bellezza del saper fare, la bellezza di questo patrimonio che è anche un pilastro dell’identità di un Paese o di un territorio. Un patrimonio di capacità artigianali che diventano sempre più rare, perché molti di questi mestieri sono purtroppo a rischio sopravvivenza”, continua Boquel.
I mestieri d’eccellenza continueranno a essere al centro delle strategie del gruppo LVMH, che punta a realizzare oltre 2000 assunzioni in Italia entro i prossimi tre anni in questi settori: un obiettivo che si inserisce nel piano del gruppo a livello globale, che prevede ottomila nuovi posti nel 2022 e 30mila entro il 2024.

Nei piani del gruppo l’Italia è sempre più centrale e rappresenta il secondo Paese dopo la Francia per numero di manifatture: in Italia LVMH conta oggi 7 maison, 30 siti di produzione e 246 boutique, oltre a cinquemila fornitori e appaltatori che rappresentano oltre 100mila persone e circa 12mila collaboratori. Tra le principali manifatture nel Veneto ci sono la Manufacture de Souliers Louis Vuitton a Fiesso d’Artico; la manifattura Dior Calzature a Fossò, vicino Venezia; Rossimoda a Vigonza, nel padovano, sempre specializzata in calzature di alta gamma, e, nel distretto bellunese dell’occhialeria, Thelios a Longarone, che dal dicembre dell’anno scorso è passata interamente sotto il controllo di LVMH, che ha rilevato il 49% in mano a Marcolin.
Ed è proprio sul know-how artigianale italiano che si concentrerà la prossima collaborazione artistica dei Métiers d'Excellence LVMH: la seconda edizione renderà omaggio all'Italia attraverso il talento dell'artista
Francesca Pasquali, il cui lavoro indaga sulla natura e l'uso dei materiali che ci circondano, e Simona Iannini, talento del tombolo aquilano, una tecnica tradizionale di merletto del XV secolo.
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