Aspiag e Novamont firmano accordo sugli shopper allo zucchero

Le borsette della spesa “nascono” ora dalla fermentazione dello zucchero. Debuttano nei punti vendita di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia, gli shopper compostabili prodotti da partner licenziatari del marchio Mater-Bi di Novamont. Tra le materie prime con cui viene prodotto il nuovo sacchetto c'è il bio-butandiolo, ottenuto direttamente dalla fermentazione di zuccheri.
La tecnologia proprietaria è stata sviluppata nel sito di Bottrighe (Rovigo) della Novamont, società del gruppo Versalis (Eni) con 650 dipendenti (il 20% impegnati in ricerca). «Da trent’anni lavoriamo nei prodotti compostabili, innovativi e a basso impatto ambientale - spiega Alessandro Ferlito, direttore commerciale di Novamont -. Siamo l’unica azienda a realizzare questa tecnologia, che poi viene prodotta da una filiera italiana di aziende. Il nostro obiettivo è portare al consumatore non solo un prodotto, ma un sistema di tecnologie con una forte attenzione all’ambiente. La Gdo ha un ruolo cruciale nella diffusione di buone pratiche di sostenibilità».
Tutto nasce dalla riconversione del sito rodigino, con un investimento di oltre 100 milioni di euro, entrato in attività nell’ottobre 2016. L’impianto Novamont ha una capacità produttiva di oltre 30 mila tonnellate/anno di bio-butandiolo. L’utilizzo del bio-butandiolo ha una carbon footprint inferiore di oltre il 50% rispetto al butandiolo tradizionale (ottenuto da fonti fossili). Quaranta milioni di “sacchetti allo zucchero” saranno distribuiti nei 255 punti vendita diretti e 306 affiliati Despar. «Proseguiamo nel nostro impegno legato alla sostenibilità, iniziato molti anni fa - dichiara Nicola Pedron, direttore acquisti non-food di Aspiag Service-Despar -. Siamo molto soddisfatti di questo traguardo, che si inserisce nella strategia di sostenibilità complessiva aziendale».
Realizzate con il 50% di materia prima da fonti rinnovabili, le buste, biodegradabili e compostabili, rispondono alla logica circolare della seconda vita dei prodotti: una volta utilizzate, infatti, possono essere riciclate per raccogliere la frazione organica dei rifiuti e trasformate in compost.
La società Eni guarda da tempo al mercato del packaging. Da anni Novamont investe su questo filone, uno dei punti di forza della società. «È un ambito strategico per noi - aggiunge il direttore commerciale - da anni studiamo e brevettiamo nuove tecnologie. In particolare per le capsule del caffè, packaging compostabili per il settore alimentare da banco frigo o servito, e pellicole trasparenti per imballare i cibi».
Riproduzione riservata © il Nord Est