Ascopiave stringe sugli asset di stoccaggio Edison, possibile la corsa in solitaria

Per i siti di stoccaggio la società valuta un’offerta in partnership o “stand alone”. Cecconato: «Nei nove mesi ricavi in crescita, sul risultato netto pesa EstEnergy»
Roberta Paolini

La corsa ai siti di stoccaggio di Edison è prossima alle battute finali. Lo si capisce dalla reticenza a parlare di Nicola Cecconato, numero uno di Ascopiave, nel giorno dei risultati dei nove mesi. Cecconato si trincera dietro al no comment, ma si sa che la multiutility di Pieve di Soligo è sul dossier.

Su questo il presidente era stato preciso: l’interesse esiste ed è alto, anche se serve un partner per chiudere un’operazione che viaggia su livelli di Rab (Regulatory Asset Base identifica il valore del capitale investito netto ai fini regolatori, ndr) elevati: 500 milioni di euro. Le valutazioni potenziali a premio su questo valore starebbero tra il 30 e il 40% e dunque farebbero oscillare il quid tra 600 e 700 milioni di euro.

Alcune fonti vicino alla vicenda dicono che Ascopiave avrebbe ricevuto la process letter da parte di Edison, così come il piano finanziario. Il partner potenziale ci sarebbe e potrebbe, in una prima ipotesi di schema di accordo acquisire uno dei 3 impianti che compongono il dossier. Nel dettaglio gli asset di stoccaggio Edison hanno una capacità totale 1 miliardo di metri cubi di gas. Il più importante si trova a Collalto (Treviso) con capacità pari a 600 milioni di metri cubi di gas. Gli altri siti sono a Cellino (Teramo), San Potito e Cotignola (Ravenna). I ricavi generati dai tre impianti ammontano a circa 100 milioni di euro nel 2022, con un ebitda di 50 milioni di euro.

La seconda ipotesi che circola potrebbe invece vedere Ascopiave partecipare da sola. Come? Esercitando la totalità della put option su EstEnergy (la joint venture con Gruppo Hera nel settore della vendita di energia) che vale in tutto 420 milioni, e coprire la parte restante a debito. Nell’ipotesi stand alone Ascopiave potrebbe anche mettere sul piatto alcuni asset - magari nelle rinnovabili -, ammesso che a Edison interessino.

Rinnovabili che stanno dando risultati molto positivi come si legge nei dati dei nove mesi di Ascopiave: «Abbiamo fatto con un +67% di produzione energia elettrica per il ritorno della piovosità – spiega Cecconato - +52% sono i ricavi da idroelettrico con un peso superiore al’ 11 per cento dei ricavi totali del periodo, pari a 120 milioni, cresciuti del 4,3%».

Sul fronte dei piani sul fotovoltaico a Nord Est il presidente spiega: «L’investimento green field di Mogliano su un’area di 13 ettari e mezzo ha già tutte le autorizzazioni, sarà un parco fotovoltaico da 10 megawatt, con inizio cantiere nel 2024 e una prospettiva di 12/14 mesi per la realizzazione dell’impianto». Mentre per la Green Factory di Paese, 50 ettari e 28 megawatt di potenza più un impianto da 2,5 megawatt a idrogeno, «la fase di permessi è avanzata – spiega ancora il presidente – anche se ci sono tempi più lunghi e servono autorizzazioni della Regione, per cui l’inizio dei lavori potrebbe essere nella prima metà del 2024, con inizio operatività nel 2026».

Gli altri dati sui nove mesi vedono il margine operativo lordo del periodo che si attesta a 55,6 milioni, in crescita rispetto ai 53,6 milioni dei primi nove mesi 2022 (+3,7%). Cala invece del 42,9% l'utile netto consolidato, a quota 14,4 milioni (erano 25,3 milioni nei primi nove mesi del 2022) a causa, spiega l'azienda, dei deboli risultati della partecipazione in EstEnergy, peraltro già rilevati nel primo semestre dell'anno.

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