Apritimoda, viaggio nella bellezza Made in Nordest

A Nordest sono numerose le proposte: i broccati realizzati per la Casa Bianca dalla Tessitura Bevilacqua di Venezia, gli abiti del Settecento veneziano all’Atelier Nicolao oppure a Marghera nel laboratorio delle Malefatte con le borse nate dai rifiuti dei manifesti pubblicitari in Pvc

Nicola Brillo

PADOVA. Con ApritiModa i laboratori dell’eccellenza artigianale svelano i segreti del Made in Italy. Sabato 23 e domenica 24 ottobre 86 atelier di brand famosi in tutta Italia aprono le loro porte al pubblico. Un’occasione unica per vedere dove si nasconde la creatività, il genio e il nostro saper fare, la massima espressione del Made in Italy.

A Nordest sono numerose le proposte: i broccati realizzati per la Casa Bianca dalla Tessitura Bevilacqua di Venezia, gli abiti del Settecento veneziano all’Atelier Nicolao oppure a Marghera nel laboratorio delle Malefatte con le borse nate dai rifiuti dei manifesti pubblicitari in Pvc.

A Murano c’è l’atelier Martina Vidal, nato come laboratorio di piccole dimensioni, oggi un palazzo di tre piani, un vero e proprio scrigno di un patrimonio artigianale dalle radici lontane. Qui ogni singolo merletto ha una sua storia, un suo tempo di realizzazione e un suo messaggio.

Nel vicentino da oltre 30 anni, Stylab produce capi in pelle e abbigliamento in shearling per i marchi del lusso più famosi. Lo stabilimento ultramoderno di Pianezze ospita 80 persone dedicate che, con esperienza pluriennale, garantiscono il connubio tra artigianalità e tecnologia. Spostandoci nel centro storico di Follina (Treviso), l’attività di lavaggio e infeltrimento dei panni di lana del lanificio Paoletti. E' un vero e proprio gioiello di archeologia industriale dal 1795.

A Verona si parte da dove tutto ha inizio: tra i tessuti in eccedenza che colorano i tavoli di lavoro e gli scaffali pieni della Quid. Poi si passa attraverso l’ufficio stile che seleziona, disegna e rimanda al laboratorio che accoglie oltre 150 persone (a maggioranza donne con vissuti di fragilità). A Belluno c’è L’atelier di Silvia Bisconti, uno spazio magico in cui i tessuti diventano puro colore: ogni dettaglio racconta una storia, un luogo lontano dal Marocco, all’India o Nepal.

E poi i nomi noti della moda veneta: Museo dell’occhiale di Belluno, Marcolin a Belluno, Museo della calzatura a Villa Fiscarini Rossi a Stra, Lanificio Bottoli a Vittorio Veneto, oppure a Venezia, con la sartoria del Teatro la Fenice e occhialeria Micromega. Anche quest’anno il Ministero della Cultura ha patrocinato la manifestazione.

“La moda è una forma d’arte - ha dichiarato il ministro Dario Franceschini - le nostre imprese portino con sé secoli di bellezza, di conoscenza, di mestieri e di saperi che vanno tutelati”.

In Friuli Venezia Giulia, più precisamente a Udine, c’è Officine Lamour, l’atelier di Lara Pontoni, originale modisteria con cerchietti, copricapi, fiori in seta dipinti a mano, turbanti e bijoux. A Gonars, c’è il mondo delle scarpe che Massimo e Cristina di Lis Furlanis realizzano tutte a mano, esattamente come avveniva nell’ottocento.

A Porcia troviamo la Conceria Pietro Presot, che dal 1933 concia il cuoio al vegetale, all’insegna della sostenibilità. Sempre a Gonars, all’interno del laboratorio del calzaturificio Bea su grandi tavoli in legno al centro, la terza generazione prepara le scarpet, proprio come negli anni Cinquanta.

Ed infine il Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia, dove si si trovano incredibili collezioni di abiti, gioielli, guanti e borsette dal ‘700 al ‘900. Su www.apritimoda.it si può navigare sulla mappa alla ricerca delle storie di questi luoghi straordinari e prenotare (obbligatorio) le visite gratuite.

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