Apre la Borsa del Biomedicale: in Veneto business di 5 miliardi
Santocono, presidente della Camera di Commercio «Formula per favorire l’incontro tra l’offerta e la domanda internazionale»

Con oltre mille imprese attive e più di 9 mila addetti in totale, il Veneto è la terza regione italiana, dopo Lombardia ed Emilia-Romagna, per numero di attività del manifatturiero biomedicale. Inoltre, nel 2022 ha esportato più di 5 miliardi di euro di forniture mediche e dentistiche, di cui circa un miliardo e mezzo negli Stati Uniti. Sulla base di numeri così importanti ieri è stata inaugurata la Borsa del biomedicale del Veneto che si chiude oggi a Padova.
Due giornate in cui le aziende venete del settore possono mostrare in una vetrina internazionale i propri prodotti e creare una vera e propria opportunità di business sul fronte delle esportazioni. «Si tratta di una formula innovativa per favorire l’incontro tra l’offerta degli operatori veneti e la domanda internazionale», ha spiegato Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova.
L’evento, organizzato da Venicepromex e ospitato da Le Village by CA Triveneto, rientra nell’ambito del Programma Regionale 2023 a compartecipazione camerale con l’obiettivo di promuovere le opportunità di business all’estero per il biomedicale.
«Ci auguriamo che questi giorni diano risultati importanti per le nostre imprese in termini di nuovi contatti», commenta il direttore generale di Venicepromex Franco Conzato.
Le diverse aziende, che operano nel settore degli ausili e tecnologie assistive, arredi e forniture ospedaliere, apparecchiature, robotica, diagnostica, organi artificiali, dispositivi medici in 3D, hanno la possibilità di incontrare diversi “buyer” internazionali.
Negli spazi di Le Village sono state infatti predisposte alcune postazioni in cui le aziende possono avere colloqui individuali, circa 250 nell’arco delle due giornate, con nuovi potenziali partner commerciali. «Non c’è luogo più appropriato del nostro per un’iniziativa come questa» sottolinea Matteo Di Biagi, direttore di Le Village by CA Triveneto, «l’apertura delle aziende verso nuovi mercati e la contaminazione tra realtà interessate all’innovazione sono due cardini del progetto Le Village che oggi mette in rete 45 sedi in tutta Europa».
In questa edizione della Borsa del Biomedicale si vuole favorire l’export anche in altri Paesi. Infatti, le circa cinquanta aziende partecipanti possono confrontarsi con “buyer” provenienti da Francia, Spagna, Emirati Arabi Uniti, oltre che da altre parti d’Italia. Date le circostanze, i “buyer” di Israele che avrebbero dovuto partecipare non sono presenti.
«È indubbia l’importanza di questa iniziativa. Per garantire innovazione tecnologica e sostenibilità è fondamentale la sinergia tra ricerca e industria» spiega Gino Gerosa, direttore del Centro Gallucci dell’Azienda Ospedale-Università di Padova «e riuscire a far comprendere come il costo della ricerca in sanità non rappresenti una spesa bensì un investimento è oggi ancor più cruciale. La sanità circolare può coniugare la salute e l’internazionalizzazione ed è l’unica strategia che possa permetterci di raccogliere le sfide del mondo odierno».
Il settore biomedicale è una delle eccellenze italiane, genera un mercato che vale 16,2 miliardi di euro tra export e mercato interno e conta più di 4.500 aziende. Il 70% delle imprese ha sede in cinque regioni italiane, tra cui il Veneto.
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