Acqua dall’umidità dell’aria e grazie al calore del sole: made in Veneto il macchinario che risolve il problema della carenza idrica

Il brevetto è di Ronda High Tech e Italbedis. Il primo esemplare è già stato consegnato, l’avvio della produzione entro dicembre

La redazione
Il primo esemplare di Shakuru che, grazie al sole, ricava acqua dall'umidità dell'aria
Il primo esemplare di Shakuru che, grazie al sole, ricava acqua dall'umidità dell'aria

VERONA. Il suo nome è “Shakuru” ed  un nuovo apparecchio, peraltro anche sostenibile e che non richiede manutenzione, nato dalla partnership di due aziende e grazie all’idea di Massimo Vicentini: Ronda High Tech ed Italbedis, la prima leader nella produzione di concentratori solari e la  seconda leader nel trattamento dell’acqua destinata al consumo umano già ideatrice della “Casa dell’acqua”.  Per il presidente di Italbedis Massaro: «Una rivoluzione che può portare sollievo anche dove l’oro blu scarseggia».

Il macchinario innovativo è in grado di produrre acqua “catturando” l’umidità presente nell’aria, in diverse condizioni ambientali, attraverso un sistema che usa solo energia solare. Il risultato è acqua pura che, con l’aggiunta dei sali minerali necessari, è potabile e dunque destinabile a uso alimentare.

Il primo esemplare di “Shakuru” è stato consegnato a Forlimpopoli, ad Unica Reti, e il macchinario sarà in produzione da dicembre 2021. Fra gli obiettivi di Unica Reti infatti c’è raccogliere risorse finanziarie da destinare a progetti speciali per la produzione di acqua potabile in quei Paesi in cui le persone subiscono ancora una grande povertà idrica. Il primo “Shakuro” è stato consegnato in occasione della presentazione del Bilancio di Sostenibilità di Unica Rete Spa, la società a capitale pubblico proprietaria di reti e impianti del servizio idrico integrato e del gas naturale della provincia di Forlì-Cesena.

«Dopo aver raccolto l’umidità dentro un serbatoio attraverso un concentratore solare ed in seguito al processo di vaporizzazione – spiega il fondatore e presidente di Italbedis, Fabio Massaro -, si ottiene acqua demineralizzata pronta all’uso. Se aggiunta dei sali minerali necessari, può essere bevuta e, quindi, destinata a un uso alimentare».

Italbedis, che produce macchine per la distribuzione dell’acqua per uso domestico e destinate a esercizi pubblici, con ricavi di gruppo per 20 milioni e 100 addetti impiegati, aggiunge così un ulteriore fiore all’occhiello alla propria offerta e apre la possibilità di portare acqua in aree in cui vi è scarsità di tale bene prezioso.

«Possiamo fare del bene all’umanità intera con questa invenzione – conferma Massaro -. Voglio consolidare la capacità di fare impresa con uno stile sostenibile da un punto di vista ambientale ed etico. Eticità e sostenibilità sono due dimensioni connesse, soprattutto in questo momento pandemico, quando è diventato normale per tutti noi arrivare subito all’essenziale».

Riproduzione riservata © il Nord Est