Illycaffè più sostenibile: «Così abbiamo retto alla crisi dei consumi»

TRIESTE. Non registrerà risultati record come nel 2018 e del 2019, ma per illycaffè il 2020 si chiuderà comunque con un bilancio in utile, grazie alla rapida capacità di adattamento alle condizioni imposte dalla pandemia e a una ricetta che combina sostenibilità, lavoro sui canali e digitalizzazione.
Sul primo fronte Illycaffè ha appena ottenuto, prima tra le aziende italiane del comparto caffeicolo, la certificazione B Corp, che misura la sostenibilità sociale, ambientale ed economica delle organizzazioni: su oltre 100mila aziende analizzate finora meno del 3% ha soddisfatto i rigorosi criteri d’eccellenza stabiliti dall’ente certificatore.
Illycaffè prosegue sulla strada che nel 2019 l’ha portata ad adottare lo status di Società Benefit: «La sostenibilità richiede sforzi, ma è un investimento necessario: tra 5-10 anni le aziende che non sono sostenibili non esisteranno più», sostiene Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè. Quanto alla digitalizzazione, fin dal suo insediamento Pogliani ha premuto il piede con convinzione sull’acceleratore.

«Con la digitalizzazione e il lavoro fatto sui diversi canali siamo riusciti a mitigare l'impatto della pandemia, che ha colpito una fetta importante del nostro business: illy aveva il 60 per cento del proprio mercato fuori casa, in hotel, bar, ristoranti, uffici, retail, che è stato in parte reindirizzato sul mercato domestico».
I consumatori sono diventati più sensibili al tema della sostenibilità? Le nuove generazioni lo sono per definizione, ma anche il resto dei consumatori sono sempre più attenti a questo tema: per le aziende di alto livello la sostenibilità viene ormai data per scontata e si muove di pari passo con la qualità del prodotto. La pandemia ha accelerato la transizione verso un modello economico rigenerativo? É stato un acceleratore fortissimo su due aspetti su cui illycaffè si è mossa con largo anticipo.
La sostenibilità economica, ambientale e sociale, un tema che già Ernesto Illy aveva a cuore: fu lui ad avviare le relazioni dirette con i produttori. E la trasformazione digitale dell’azienda, che ho avviato io. Il digitale è lo strumento con cui in questi mesi tutti noi abbiamo comunicato e abbiamo fatto la spesa. Ci ha permesso di continuare a lavorare da remoto: con la piattaforma Circolo illy, rivolta ai nostri produttori, abbiamo mantenuto i contatti, condiviso conoscenze e best practice.
Cosa vi ha insegnato l’emergenza Covid-19? Con la pandemia abbiamo avuto l’opportunità di incontrare nuovi consumatori grazie all’e-commerce. Così siamo riusciti a superare il periodo pandemico mitigando gli impatti negativi. Ora attendiamo la ripartenza, che speriamo possa essere definitiva dalla seconda parte dell’anno.
Come chiuderà il bilancio 2020? Non festeggeremo risultati record, ma certamente siamo riusciti a mitigare l’impatto della pandemia grazie alla flessibilità dimostrata con lo spostamento dal mercato fuori casa a quello domestico.
L’azienda è solida e pronta alla ripartenza. Passata la pandemia la situazione tornerà a riequilibrarsi, con una combinazione tra digitale e fisico anche nel commercio, dove oggi l'80 per cento del consumo avviene in casa. I ristoranti e i caffè all’inizio saranno ancor più frequentati che in precedenza. Nel negozio interagirò fisicamente con il prodotto, ma avrò l’app per identificare i punti vendita, scoprire i prodotti, accumulare loyalty: il digitale sarà un mezzo per mantenere il contatto con il cliente indipendentemente da dove effettuerà gli acquisti». —
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