Il pm chiede un anno e 8 mesi per Bepi De' Longhi per insider trading sulla vendita di DelClima

La sentenza è prevista per il prossimo 18 febbraio. Al presidente dell'omonimo gruppo di elettrodomestici, come era emerso nel marzo 2019 con la chiusura delle indagini, è stato contestato di aver fornito informazioni price sensitive dell'imminenza della vendita a vantaggio della sorella Alberta De' Longhi

TREVISO. L'operazione Delclima rischia di andare di traverso alla famiglia De' Longhi. Salutato come uno dei deal meglio riusciti all'impero del Pinguino, 660 milioni la vendita alla giapponese Mitsubishi Electric nel 2015, ora rischia di avere uno strascico giudiziario molto pesante.

La Procura di Milano ha chiesto una condanna ad un anno e 8 mesi per Giuseppe De' Longhi, patron dell'omonimo gruppo, imputato per insider trading in relazione alla cessione del 74,97% dell'ex divisione industriale del gruppo. Cessione avvenuta nell'agosto del 2015, quando la società era quotata alla Borsa di Milano.La richiesta del pm Stefano Civardi, titolare delle indagini condotte dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, è arrivata nel processo con rito abbreviato davanti al gup Carlo Ottone De Marchi, mentre la difesa, rappresentata dall'avvocato e professore Francesco Mucciarelli, ha chiesto l'assoluzione.La sentenza è prevista per il prossimo 18 febbraio.

Al presidente Giuseppe De' Longhi, come era emerso nel marzo 2019 con la chiusura delle indagini, è stato contestato di aver fornito informazioni price sensitive dell'imminenza della vendita di Delclima a vantaggio della sorella Alberta De' Longhi.

Nell'inchiesta era indagata anche la segretaria personale del patron del gruppo, poi deceduta.In base alle ricostruzioni nell'agosto di sei anni fa l'imprenditore trevigiano avrebbe anticipato alla sorella la notizia della cessione alla multinazionale giapponese della maggioranza Delclima, divisione industriale del gruppo del Pinguino separata e successivamente quotata.

A Giuseppe De' Longhi, nono uomo più ricco d'Italia secondo Forbes con un patrimonio familiare di 4,9 miliardi di dollari (poco più di 4 miliardi di euro,) in qualità di presidente del cda della quotata e di socio di controllo del gruppo, è stato contestato di aver dato informazioni riservate e non note al mercato alla sorella Alberta.

Quest'ultima avrebbe acquistato a più riprese, dal 10 al 12 agosto 2015, per sé e per i figli, azioni di Delclima per un controvalore di 430 mila euro, per poi rivenderle nell'ambito dell'Opa totalitaria lanciata dal gruppo giapponese il 25 agosto 2015, realizzando un profitto di più di 360 mila euro.

Alberta De Longhi si trovava in vacanza in Grecia a bordo di uno yacht quando avrebbe ricevuto dal fratello Giuseppe l'informazione riservata. Non si sarebbe però trattato di una confidenza, ricostruiscono fonti, con l'obiettivo di farle guadagnare soldi con una speculazione finanziaria ma di una richiesta del patron del colosso trevigiano affinché la sorella mandasse suo figlio a Hong Kong per la fase finale della trattativa sulla cessione dell'azienda.--

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