Il mobile del Nord Est scommette sul Salone

Fiducia, in un evento che ha fatto la storia dei design italiano del settore, e attesa, di un pubblico di buyers ancora più numeroso e internazionale rispetto alle passate edizioni. Due sentimenti che hanno sostenuto l’investimento delle grandi, medie e piccole imprese dell’arredo veneto (oltre un centinaio le imprese presenti) e friulgiuliano (una sessantina), nel Salone del mobile 2024 che, quest’anno, accoglie anche Eurocucina. Un appuntamento, quello con il Salone, che arriva dopo un 2023 non esaltante per il comparto. La flessione c’è stata, non sugli stessi livelli per tutti, ed è rintracciabile nei dati dell’export. Il legno e i prodotti in legno hanno chiuso l’anno con esportazioni a -9,5% per il Veneto, da 461,86 milioni a 418,08 milioni di euro, e a -20,6% per il Fvg, da 251,84 a 199,97 milioni di euro. Il mobile ha registrato -5,7% in Veneto, scendendo da 3,23 miliardi a 2 miliardi e 49 milioni di euro in Veneto, da 2,11 a 1,9 miliardi in Fvg, -10,2%. La battuta d’arresto della Germania, la contrazione degli Usa, la perdita di mercati come quello Russo e Ucraino, la domanda stagnante di altri Paesi Ue, tutti fattori che decisamente si sono fatti sentire. È intuibile che su un evento di indiscussa rilevanza internazionale qual è il Salone, si appuntino le attese delle imprese del settore che ad aprile presenteranno i propri prodotti.
Non mancano però le critiche sui costi - in crescita - per gli spazi, e le spese di soggiorno, con le tariffe di hotel e alberghi rincarate oltre il ragionevole.
Il valore dell’evento è indiscutibile. «Quest’anno a Eurocucina, grazie all’ottimo lavoro di Edi Snaidero (alla guida del gruppo cucine di Federlegno e dell’europea Efic, ndr) saranno presenti i cucinieri tedeschi - anticipa Paolo Fantoni, vicepresidente di FederlegnoArredo e presidente di Assopannelli - riconoscendo quel ruolo internazionale del Salone che gli eventi fieristici tedeschi non garantiscono più», e questo sarà un elemento aggiuntivo di rifrattività per la manifestazione. Significativo poi l’impegno per una rivisitazione del Salone, con una diversa organizzazione di spazi e percorsi, sperimentata lo scorso anno con Euroluce, «grazie alla collaborazione con primari studi di architettura», aggiunge Fantoni che ricorda anche il lavoro di Maria Porro «impegnata in questi mesi nella promozione del Salone all’estero, dal Giappone agli Usa, dalla Cina alla Corea». Dopodiché è vero che il Salone «è una manifestazione che ha dei costi e sconta, purtroppo, nella città di Milano una limitatezza del parco alberghiero, che potrebbe venire affrontata realizzando nuove strutture, che si somma a problemi di viabilità. Ma ricorderei che se Milano è diventata il polo mondiale del mobile, questo è accaduto perché c’è il Salone, non per il fuori salone», chiosa Fantoni. «Non credo che questo evento possa venire sostituito da showroom o flagship store».
Rispetto al settore, «nei mesi di gennaio e febbraio abbiamo iniziato a registrare una leggera inversione del trend che si lega all’andamento dei prezzi del legno e dei prodotti in legno destinati all’industria di settore, in ripresa - conclude Fantoni -, e a una domanda in crescita proveniente da diversi mercati, che ci rendono moderatamente fiduciosi».
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