Il mismatch formativo costa caro alle imprese: perso 1 miliardo di valore

Il “mismatch”, ovvero la differenza tra offerta e domanda di lavoro, costa alle imprese in Veneto oltre 1 miliardo di euro (1.038 milioni). Con oltre la metà delle ricerche di personale difficile da realizzare. L’allarme è stato lanciato da Confartigianato Imprese Veneto. Una situazione grave, che pone la regione alle spalle della sola Lombardia (con 2,5 miliardi di costi).
Al terzo posto, nella speciale classifica, Lazio (1.021 milioni), poi Emilia-Romagna (1.008 milioni), Piemonte (780 milioni), Toscana (653 milioni) e Campania (529 milioni). «Le ricerche di personale che superano i sei mesi di tempo ha un impatto complessivo di oltre un miliardo di euro sul valore aggiunto delle micro e piccole imprese del Veneto - spiega Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto -. Le nostre imprese ne hanno bisogno come l’acqua nel deserto, ma i dipendenti sono difficili da trovare».
E il problema non accenna purtroppo a migliorare: nello scorso mese di novembre (dati Excelsior), in regione la difficoltà è salita al 55,6%, ben 7 punti percentuali superiori alla media nazionale “ferma” al 48,5%. Per quanto riguarda gli operai specializzati e gli addetti ai macchinari, la soglia ha raggiunto quota 68,3%.
Valore questo, per la gran parte spiegato dall’assenza di candidati (nel 47,2% dei casi) o per la loro scarsa preparazione (15,3%). «Il vero paradosso - aggiunge Boschetto - è che mentre più di una entrata su due è di difficile reperimento, oltre 100 mila giovani nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni sono inattivi. In Italia sono oltre un milione e mezzo, dato che ci porta ad occupare, in negativo, la prima posizione nell’Unione europea. Il problema della ricerca del personale si lega infatti a quello, altrettanto sentito dagli imprenditori, di come portare e trattenere i giovani in azienda».
Per attrarre personale le micro e piccole imprese del Nord Est, in base al Censimento permanente 2023 di Istat, mettono in campo per il 43,8% incrementi salariali e superminimi, il 25,7% gradi crescenti di autonomia sul lavoro e il 17,9% pacchetti di benefit e welfare. «Una buona notizia arriva dal governo - prosegue il presidente Boschetto -. Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha firmato il Ddl che istituisce la filiera formativa tecnologico-professionale, ora all’esame della Commissione Cultura del Senato, con l’ambizioso obiettivo di ripensare la formazione tecnica e professionale, costruendo una filiera formativa capace di mettere in dialogo tutti i tasselli che la compongono e avvicinando il nostro Paese alle migliori esperienze europee. Ci auguriamo che questa sfida possa essere colta, che le scuole decidano di avviare la sperimentazione ripensando integralmente la didattica, dialogando con il mondo delle imprese a beneficio delle competenze e dei profili in uscita dei ragazzi».
Confartigianato Imprese Veneto chiede percorsi di formazione duale progettati con le imprese e una gestione meno centralizzata, con le aziende del territorio protagoniste per l’attuazione della riforma.
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