Il Friuli Venezia Giulia in pole position sul mercato della Federazione Russa: «Anche le micro aziende possono partecipare alla corsa»
Presenze importanti del mondo delle imprese regionali alla Davos di San Pietroburgo: c’erano Rizzani de Eccher e Generali. Presente anche Danieli, che ha firmato un contratto di 205 milioni di euro con Novostal per un’acciaieria elettrica, colata e laminatoio per produzione di rotaie e profili

Presenza di primo piano del Friuli Venezia Giulia alla Davos russa di San Pietroburgo. Tra le imprese italiane che hanno partecipato allo Spief ’21, la ventiquattresima edizione del St. Petersburg International Economic Forum tenutasi dal 2 al 5 giugno, c’erano infatti tre grandi nomi regionali: Rizzani de Eccher, Danieli e Generali. Tutti con rilevanti interessi in Russia.
Rizzani de Eccher, general contractor per costruzioni civili e infrastrutturali, è impegnata nel Paese dal 1984. A San Pietroburgo è intervenuto il presidente Claudio de Eccher, a riprova di quanto questo mercato sia importante per il Gruppo di Pozzuolo del Friuli. Il suo VTB Arena Central Stadium Dynamo di Mosca è stato riconosciuto come il miglior impianto sportivo nella classifica internazionale dei Global Best Projects 2020 di ingegneria e costruzioni. E ulteriori progetti sono in corso e in partenza: uno stabilimento EPC per assemblaggio e testing di satelliti per Gazprom Space Systems, assieme al fornitore tecnologico Leonardo; a Lipetsk un centro culturale e un impianto per la produzione di zincatura di nastri metallici per NLMK, la terza linea di processo fornita a questo cliente; a Mosca le strutture a uso civile nell’ampliamento da parte di Saipem della raffineria Gazpromneft.
Tecnologie siderurgiche
Danieli, leader internazionale nelle tecnologie siderurgiche e presente allo Spief con il Ceo Giacomo Mareschi, ha consolidato il suo primato anche nell’importante industria russa dell’acciaio, dove fornisce i principali produttori. Anzi, sotto la guida del country manager Antonello Colussi, la Russia è stato il Paese con la maggiore espansione di mercato negli ultimi vent’anni. Significativamente, tra il 2019 e il 2020 Danieli vi ha vinto la maggior parte delle gare di impianti siderurgici. Da ultimo, firmato proprio allo Spief ’21, un contratto di 205 milioni di euro con Novostal per un’acciaieria elettrica, colata e laminatoio per produzione di rotaie e profili.

In materia di acciaio tra i temi del Forum di San Pietroburgo c’è stato quello del trend in rialzo dei prezzi e della ridotta disponibilità di materie prime, che ha ripreso quanto emerso a fine maggio al summit metallurgico internazionale di Volskiy. «In questo momento l’ingresso nel mercato di alcuni prodotti è regolamentato con quote precise, di cui solo alcuni produttori beneficiano, e la scarsa reperibilità di alcuni prodotti ne ha fatto incrementare di molto il prezzo in Europa, in Russia e negli altri Paesi produttori», osserva Colussi. «Il fenomeno vedrà nel tempo una stabilizzazione e quindi una regolarizzazione delle tariffe, ma è complesso fare previsioni accurate a causa delle molte variabili coinvolte. Ci vorrà oltre un anno».
Le mosse del Leone
E poi Generali, che in Russia opera da vari anni, da tre attraverso la controllata Generali Russia & CIS. In primavera si sono succedute alcune indiscrezioni di mercato relative a una possibile operazione di acquisizione di un operatore locale da parte del Leone di Trieste: saranno confermate?
Sia per l’export sia per l’internazionalizzazione delle imprese la Regione Friuli Venezia Giulia considera ufficialmente la Russia un mercato strategico. Quel che è certo è che non sono solo i grandi gruppi ad essere interessati. Ma anche molte piccole e medie imprese; e non solo con l’export, reso in certi settori più difficoltoso dalle sanzioni economiche introdotte nel clima di tensione diplomatica tra Russia e Occidente degli ultimi anni. Bensì con localizzazioni produttive, nella logica della politica di import substitution del Made with Italy in Russia portata avanti da Mosca.

In particolare per le start-up e le micro-imprese c’è lo strumento del microcredito, che in Russia presenta un particolare sviluppo. E dove è molto attiva la società specializzata Mikro Kapital. Tra i suoi promotori c’è il banchiere Edoardo Esercizio: «Lo strumento del micro-credito è un supporto effettivo per le start-up e le mini aziende italiane che vogliono lanciarsi in progetti nel mercato russo, in particolare nell’agribusiness e nella ristorazione. Stiamo anche esaminando alcune pratiche di aziende del Triveneto per dare una collaborazione a giovani imprenditori nel settore agri business. Per esempio per il mercato del prosecco, che non è stato intaccato dai divieti doganali». Esercizio è fiducioso anche in materia di investimenti russi in Italia: «Lo scambio tra i due Paesi promosso dalla Camera di Commercio Italo-Russa coinvolgerà nel prossimo periodo anche il Nordest italiano perché i russi hanno iniziato a investire sia in aziende sia nell’immobiliare. E certamente il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni dove maggiormente si sono attivati scambi con la Russia, che possono crescere».

Il ruolo di Finest
A supporto finanziario dei progetti di internazionalizzazione delle imprese del Nordest opera Finest, la società finanziaria del Triveneto, partecipata da Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Simest e alcune banche locali, che interviene come equity partner e socio finanziatore per gli investimenti esteri delle aziende. Inoltre Finest gestisce lo sportello regionale Sprint del Friuli Venezia Giulia, il canale di accesso ai vari strumenti finanziari, assicurativi, promozionali e di assistenza tecnica disponibili sul mercato per lo sviluppo internazionale delle imprese. In Russia, dove ha una sede operativa a Mosca, Finest è attiva da trent’anni. Ha sinora partecipato a 47 operazioni di investimento di aziende trivenete nel mercato russo, per complessivi 33 milioni di euro. E promuove il network di imprese italiane Bridge to Russia, che assiste le aziende attraverso le diverse fasi di avviamento dello sviluppo di mercato e degli investimenti produttivi.
L’altro promotore della rete Bridge to Russia è IC&Partners, lo studio di consulenti per l’internazionalizzazione d’impresa fondato e guidato a Udine da Roberto Corciulo. «La Russia è e sarà il mercato del futuro per le imprese del Nordest. Avrà crescite esponenziali», è sicuro Corciulo. Che di Russia se ne intende: «La squadra di IC&Partners coordinata a Mosca da Mauro Galluzzo è formata da oltre 80 persone che forniscono alle aziende assistenza tecnica, contabile e legale».
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