Hypo Bank: "Atlante non può intervenire". Serracchiani: "Tratteremo per le buonuscite"

Le rappresentanze sindacali aziendali Fabi, First-Cisl e Fisac-Cgil di Hypo Alpe Adria Bank hanno incontrato il 18 ottobre la prima Commissione del Consiglio regionale FVG e la presidente della Regione, Debora Serracchiani, sulla procedura di licenziamento collettivo avviata per 110 dei 280 dipendenti italiani della banca austriaca.
I licenziamenti programmati sono 50 su 186 in Friuli Venezia Giulia; 35 su 48 in Veneto; 25 su 42 in Lombardia. Per altri 34, invece, si prospetta il reimpiego in Banca Valsabbina di Brescia, che ha acquistato sette agenzie (due a Brescia e una a Bergamo, Verona, Vicenza, Schio e Modena) e un portafoglio di mutui in bonis di circa 150 milioni di euro. Per gli altri, il licenziamento è previsto tra il 2017 e il 2018.
I sindacati hanno sottolineato che in Austria e nei Balcani le filiali del gruppo sono state vendute, contrariamente a quanto deciso in Italia. L'interlocuzione con l'azienda è pari a zero - hanno lamentato - anche perché non è l'interfaccia giusta, ma solo persone pagate per fare ciò che il Governo austriaco ha deciso: licenziare. La richiesta dei lavoratori è che la trattativa prenda la giusta dimensione, non un dialogo tra FVG e Hypo Bank, ma tra Governo italiano e Governo austriaco, che si appella a regole comunitarie sugli aiuti di Stato interpretate a proprio vantaggio.
«Ci avete sostenuti sino ad ora - hanno detto rivolti a Serracchiani - confidiamo che la vostra attenzione rimanga alta. Cercate di far fare al nostro Governo uno scatto di orgoglio verso l'Austria e continuate a verificare la possibilità di un accordo istituzionale, con una soluzione diversa dalla liquidazione come la vendita di altri rami d'azienda che permetta di garantire la ricollocazione dei lavoratori».
Sulla vertenza di Hypo Alpe Adria Bank «la Regione Friuli Venezia Giulia sarà presente al tavolo che sembra destinato a essere convocato al ministero del Lavoro, che avrà per oggetto la richiesta di un'intesa sui licenziamenti» ha risposto Serracchiani, nel corso di un'audizione in commissione del Consiglio regionale, a Trieste, assieme ai rappresentanti sindacali dell'istituto bancario.
«La procedura - ha aggiunto Serracchiani - prevede che a quel tavolo le istituzioni possano esserci e noi ci saremo. Se non dovessero cambiare le prospettive, ragioneremo su quello che si può fare rispetto alle dinamiche dei singoli rapporti di lavoro. L'impegno di tutti sarà di ottenere il massimo; posto che abbiamo scarse possibilità di pesare sugli incentivi prepensionamento si dovrà trattare di buonuscite che dovranno essere messe sul piatto dall'azienda dentro e fuori quanto già previsto dalla legge».
Su Hypo Alpe Adria Bank non vi sono le condizioni tecniche né per accedere al Fondo Atlante né per un commissariamento dell'istituto, ha proseguito Serracchiani che ha reso noto di aver parlato con il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, e con i massimi rappresentanti della Banca d'Italia. Visto che il prossimo 24 ottobre scadranno i 45 giorni della procedura prevista per trovare un'intesa sul salvataggio della banca, da quel momento ve ne saranno 30 per trovare, al tavolo del ministero del Lavoro, un accordo che riguardi la posizione dei singoli lavoratori.
«Fin dal primo momento - ha ricordato Serracchiani - abbiamo coinvolto i massimi vertici istituzionali italiani, incontrato i vertici della holding che controlla la banca e interessato lo stesso governo austriaco che detiene la proprietà. Siamo sempre stati convinti che vi sarebbe stata la possibilità di vendere l'intero asset, possibilità sempre negata dai vertici aziendali». Dal confronto odierno si è avuta la conferma che i clienti della banca non rischiano nulla, poiché non vi sono problemi di copertura dei depositi.
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