Gruppo Hera, ecco quanto i comuni del Nordest hanno guadagnato dall’arrivo degli emiliani
Le ricadute della controllata del gruppo AcegasApsAmga sui diversi comuni: distribuita ai territori ricchezza per 262 milioni di euro

TRIESTE. Nel corso del 2020 AcegasApsAmga ha distribuito ai territori in cui opera ricchezza per 262 milioni di euro. Il dato emerge dal bilancio di sostenibilità attraverso il quale la capogruppo Hera e la controllata hanno calcolato le ricadute per gli stakeholder della propria attività economica.
AcegasApsAmga, nata nel 2003 dall’aggregazione tra le municipalizzate di Trieste e Padova, è stata rilevata dal gruppo emiliano nel 2013. L’anno successivo è stata aggregata Amga di Udine, dando alla società l’attuale denominazione. I comuni di Padova, Trieste e Udine sono oggi soci di Hera e concorrono alla governance sia della capogruppo, sia di AcegasApsAmga, che è la prima multiutility dell’area con un milione e mezzo di cittadini serviti in Veneto e Friuli Venezia Giulia (opera nei settori ambientale, idrico e nella distribuzione di gas ed energia elettrica) e circa 1.800 dipendenti.
Tornando al bilancio sociale, il risultato è frutto della somma tra 124 milioni per stipendi ai lavoratori, 16 milioni erogati agli azionisti (dividendi) e 10 milioni destinati alla pubblica amministrazione. A queste somme si aggiungono poi le forniture acquisite da aziende locali, che nei territori serviti da AcegasApsAmga ammontano a 112 milioni di euro.
L’azienda ha fornito anche uno spaccato a livello provinciale. A Trieste il valore economico distribuito al territorio supera i 92 milioni, di cui 50 per stipendi, 6 al Comune come azionista, 7 alla Pa e 29 di forniture acquisite da aziende locali. Poco sotto (86 milioni) Padova, con 38 milioni di stipendi, 5 milioni di dividendi all’Amministrazione comunale, due alla Pa e 41 di forniture. A Udine si scende a 26 milioni, di cui 11 ai lavoratori, 5 al Comune azionista e 10 ai fornitori. Infine 9 milioni sono andati alla provincia di Gorizia, di cui 4 per stipendi e 5 ai fornitori.
Questi numeri contribuiscono ai 2,12 miliardi di euro distribuiti sui territori dal gruppo Hera nel suo complesso (presente in forze in Emilia-Romagna, oltre che nella vicina provincia di Pesaro Urbino). Il margine operativo lordo derivante dalle attività del gruppo che rispondono alle priorità dell’Agenda globale, in particolare agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, nel 2020 è salito a 420 milioni di euro, il 37% del complessivo (sarà il 50% nel 2024), suddiviso in tre ambiti: energia, ambiente, territorio (e impresa).
Sul primo fronte, la multitutility è impegnata soprattutto a ridurre il consumo di risorse naturali e le emissioni inquinanti nell’ambiente (l’obiettivo è ambizioso, -37% in meno entro il 2030 rispetto al 2019). Lo scorso anno i consumi energetici sono calati del 6,2% sul 2013. In ambito ambientale Hera opera per rigenerare le risorse naturali e chiudere il cerchio per promuovere un loro più efficace utilizzo.
Nel 2020 è cresciuta ulteriormente la raccolta differenziata, arrivata al 65,3% medio. Inoltre da tempo il gruppo promuove il riutilizzo delle acque in uscita dai depuratori: dal 5% riutilizzabile nel 2020 si conta di raggiungere nel 2030 un potenziale di riuso pari al 15% del totale. Quanto al territorio, è proseguito il percorso per rendere sempre più digitali anche i clienti: oltre il 34% riceve la bolletta elettronica.
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