Generali Real Estate: la scissione allarma il sindacato

TRIESTE - Allarme dei sindacati in Generali Real Estate Sgr, società del Gruppo Generali attiva in due ambiti - gestione immobiliare e fondi immobiliari - con un totale di 202 dipendenti, per un terzo a Trieste.
Il processo di scissione in due società distinte, avviato a febbraio e destinato a chiudersi entro giugno, prevede la nascita di Generali Real Estate spa (Gre spa) destinata a occuparsi degli immobili, e di Generali real Estate Sgr (Gre sgr), che dovrà gestire fondi immobiliari chiusi e rapporti con gli investitori.
L'iter potrebbe sfociare - è il timore - «in un taglio dei livelli occupazionali».
«Il rischio» - spiegano Patrizia Sushmel, Ernesto Granzotto e Emanuela Nusdeo, segretario regionale, regionale aggiunto e rappresentante nelle Rsu, tutti della Uilca, la sigla più rappresentata in Generali Real Estate (l'altra è Fabi) - «è che a scissione completata parti delle due nuove società possano essere cedute a terzi e le attività svolte al loro interno appaltate».
L'ultimo incontro ufficiale fra delegazione sindacale e rappresentanza aziendale non ha sortito l'effetto sperato.
«Gli ad di Gre spa e Gre sgr - dice Granzotto - ci hanno illustrato il piano industriale triennale, dando sì rassicurazioni sulla continuità delle società all'interno del Gruppo ma limitandosi a affermazioni verbali che l'azienda si è rifiutata, malgrado le nostre richieste, di riportare nell'accordo sindacale. Perché Generali rifiuta di riportare in un accordo scritto un impegno così importante come quello della continuità nel Gruppo? Davanti a una presa di posizione di questo tipo non possiamo che ipotizzare la volontà di procedere in futuro all'appalto di una serie di competenze, operazione a quel punto perfettamente legittima, in assenza di un accordo scritto che la vieti».I
lavoratori di Trieste, Milano e Roma, città in cui è articolata l'organizzazione delle due società figlie della scissione, temono di poter essere coinvolti in future cessioni di rami d'azienda all'esterno del Gruppo o in operazioni d'appalto che potrebbero comportare trasferimenti obbligati o licenziamenti con immediate riassunzioni, ma a condizioni peggiorative.
«Mercoledì - così Granzotto - saremo di nuovo a Milano per tentare ancora di inserire nell'accordo maggiori garanzie per i lavoratori».
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