Generali, l'ex ad Perissinotto: "Ora la compagnia di Trieste è contendibile"

TRIESTE Giovanni Perissinotto ha trascorso 33 anni di vita professionale alle Generali. É stato il top manager che ha guidato dal 2002 al 2012 il gruppo triestino prima come direttore generale e poi come amministratore delegato. Fino alla turbolenta estromissione dal gruppo con l’investitura di Mario Greco da parte dei grandi soci. Oggi Perissinotto guida la holding industriale Italian Creation Group.
Dal luglio scorso è anche presidente di Finint Investments Sgr. Perissinotto commenta la contesa sulle Generali con una dose di amarezza. Nessun rimpianto ma la constatazione che questa volta il Leone potrebbe realmente cambiare pagina rispetto ai tempi della Grandeur: «Oggi vedo una compagnia che si è indebolita e per questo è diventata contendibile. Ma soprattutto non ha più alle spalle un Sistema Paese. Una volta ci consideravano di più», dice l’ex top manager del Leone.
Per Perissinotto le Generali rischiano di smarrire per strada la capacità di restare autonome e la loro indipendenza.
Perissinotto, perchè pensa che le Generali si siano indebolite?
Dopo le politiche di disinvestimenti attuate in questi ultimi anni il perimetro del gruppo si è ridotto. Inoltre prima con Greco e poi con Donnet sono arrivati manager esterni con la fuoriuscita del management italiano storico. Il gruppo, dopo la ristrutturazione avviata da Mario Greco, è uscito da Israele, Stati Uniti, Messico. É stata venduta una quota di Banca Generali a 12 euro per azione mentre oggi ne vale 26. A questo aggiungiamo una consistente riduzione del giro d’affari e performance non esaltanti in Borsa. Non dimentichiamo il periodo difficile per le compagnie assicurative a causa dei bassi tassi di interesse.
Oggi si parla di ombre francesi sul Leone ma alla fine degli anni Novanta furono le Generali presiedute dal francese Antoine Bernheim a lanciare il guanto di sfida sulla compagnia francese Agf.
L’antica grandeur della compagnia è finita?
Le Generali oggi capitalizzano 22 miliardi, meno della metà del gruppo francese Axa. L’interesse dei francesi per le Generali era noto nel tempo. Non mi pare assurdo pensare che possano puntare alle Generali. All’origine c’è una debolezza. Si è rinunciato ad aumenti di capitale per sostenere la crescita del gruppo al contrario dei principali concorrenti europei. Da anni si è smesso di investire adeguatamente. Ecco perchè oggi le Generali, possono essere una potenziale preda.
Le Generali sono ancora il crocevia del sistema finanziario del Paese?
Direi che lo sono ancora. Tuttavia non vedo alle spalle della compagnia un Sistema Italia in grado di sostenere lo sviluppo del Paese. Guardi a quello che è accaduto in questi anni. I grandi gruppi sono in via di estinzione. La Fiat di Marchionne è andata via dall’Italia, la Luxottica di Leonardo Del Vecchio ha fatto un accordo con i francesi, Parmalat è stata acquisita. Un lungo elenco. Le Generali risentono anche della fragilità del Sistema Paese. Le Generali hanno comprato il 3% di Intesa in una mossa che è stata interpretata come difensiva. Generali e il gruppo Intesa Sanpaolo sono al top in Italia sia nell'assicurazione, sia nel risparmio gestito.
Ma è ipotizzabile un’integrazione fra una banca e una assicurazione di ambedue di prima grandezza?
Ho qualche perplessità. La bancassicurazione non ha mai funzionato bene. Probabilmente ci sono anche altri attori interessati a Generali, agli investimenti e alla sua capacità di gestione.
AGGIORNAMENTO.
Nella serata del 24 gennaio Intesa con una nota ha precisato che "possibili combinazioni industriali con Assicurazioni Generali sono oggetto di valutazioni in corso da parte del management".
"Il management di Intesa Sanpaolo valuta regolarmente le opzioni di crescita endogena ed esogena, incluse quelle proposte dalle banche d'affari, secondo stringenti criteri di preservazione della leadership di adeguatezza patrimoniale e coerentemente con la politica di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti - spiega la nota - In quest'ottica, il management di Intesa Sanpaolo valuta e continuera' a valutare con attenzione ogni possibile opportunita' di rafforzamento del proprio posizionamento competitivo e di conseguenza dell'andamento prospettico economico-patrimoniale del gruppo".
Tra queste c'e' appunto la combinazione con il gruppo Generali visto che Ca de' Sass "conferma, in coerenza con il Piano di Impresa 2014-2017 reso noto al mercato, il proprio interesse industriale per la crescita nel settore del risparmio gestito, del private banking e in quello dell'assicurazione in sinergia con le proprie reti bancarie, anche con possibili partnership internazionali".
Il titolo dopo aver aperto in rialzo del 3% segna rosso a fine mattinata. Corrono Mediobanca e Unicredit.
Gli analisti restano cauti sulla valenza industriale del progetto, in attesa di maggiori dettagli, ma concordano nel vedere accresciuto l'appeal speculativo del Leone di Trieste e i rischi (anche sul fronte del dividendo) per Intesa Sanpaolo.
Riproduzione riservata © il Nord Est