Riapre l’Opas di Banca Ifis su Illimity, obiettivo il 16% residuo

Se supererà il 90% verrà corrisposto il premio di 0,1775 euro per ogni azione conferita

Roberta Paolini
La sede di Banca Ifis a Mogliano
La sede di Banca Ifis a Mogliano

Scatta la settimanadecisiva per l’Opas lanciata da Banca Ifis su Illimity Bank. In realtà il successo dell’operazione è già stato scritto ma da ieri, 7 luglio e fino a venerdì, sono stati riaperti i termini per consentire nuove adesioni, con l’obiettivo di superare la soglia del 90% e avviare così il delisting automatico della banca fondata da Corrado Passera, completando la prima acquisizione del risiko bancario 2025.

La prima fase dell’Opas si è chiusa il 27 giugno con adesioni pari all’84,09% del capitale (salite a 84,25% con la chiusura di ieri), ben oltre la soglia minima del 60% e il limite del 66,67% necessario per procedere alla fusione per incorporazione. Ora, con il nuovo periodo di adesione, Ifis punta a chiudere il cerchio e ad attivare il premio del 5% previsto per gli azionisti aderenti in caso di raggiungimento del 90%.

È proprio l’incentivo economico l’arma decisiva di questa fase finale. Se la soglia sarà superata, gli azionisti Illimity riceveranno 1,6835 euro in contanti (incluso un premio di 0,1775 euro) più 0,10 azioni Ifis di nuova emissione per ogni azione conferita. In caso contrario, il corrispettivo resterà fermo a 1,506 euro più 0,10 azioni Ifis.

A determinare l’esito della prima fase è stato anche un segnale forte arrivato dall’interno. Passera, inizialmente contrario all’operazione e parte di un patto di consultazione che rappresentava il 27,2% del capitale di Illimity, ha sciolto il patto e aderito all’Apas con il suo 3,973%, imprimendo una svolta decisiva nella settimana conclusiva.

L’integrazione arriva in un contesto favorevole anche dal punto di vista dei fondamentali. Banca Ifis ha chiuso il primo trimestre 2025 con un utile netto di 47,3 milioni di euro, il miglior risultato degli ultimi cinque anni, grazie a ricavi in crescita in tutte le aree (178,8 milioni di euro) e a un Cet 1 ratio del 16,6%, ben oltre i requisiti regolamentari.

L’operazione è sostenuta da una logica industriale chiara e ambiziosa. Le due banche stimano sinergie annuali per circa 75 milioni di euro prima delle imposte, così suddivise: 25 milioni da incremento dei ricavi grazie a una maggiore produttività; 50 milioni da risparmi sui costi attraverso economie di scala e razionalizzazione.

«L’operazione è supportata da una logica industriale forte, perché Iifis e illimity hanno business simili e complementari», ha spiegato l’ad Frederik Geertman, sottolineando come la fusione permetterà di ampliare la base Pmi, entrare in nuovi business e rafforzare la leadership negli NPL.

Si tratta di un risultato importante nella st«oria di Banca Ifis. Uniremo due challenger bank innovative per costruire un gruppo di riferimento per l’economia del Sistema Italia», ha dichiarato il presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, ricordando che l’operazione è coerente con la «visione familiare degli azionisti di controllo» di La Scogliera.

Venerdì gli scenari potrebbero essere tre ma la strada della fusione ormai è presa. Sotto il 90%, infatti, la fusione avverrà comunque tramite assemblea straordinaria; tra il 90% e il 95%: scatterà il sell-out con diritto di acquisto forzato e attivazione del premio del 5%; oltre il 95%: via libera allo squeeze-out e delisting automatico di illimity.

A integrazione completata – prevista tra il 2026 e il primo semestre 2027 – nascerà un gruppo con oltre 14 miliardi di euro di attivi, destinato a rafforzare la propria leadership nello specialty finance. Il nuovo gruppo potrà consolidare attività complementari (factoring per Ifis, crediti utp/npl per illimity), offrire soluzioni mirate alle Pmi italiane ancora poco servite dal sistema bancario tradizionale, generare maggiori margini grazie a una focalizzazione su segmenti rischiosi ma redditizi. La Scogliera manterrà il controllo del gruppo con una quota stimata tra il 43% e il 45%, garantendo stabilità di governance e continuità strategica. 

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