Mediobanca si prepara allo sbarco di Mps «La fusione è probabile»
«Abbiamo un azionista al 62% e di questo dobbiamo prendere atto, non è un’opinione», ha spiegato il dg Vinci, sottolineando che la riapertura dell’offerta potrebbe spingere il livello di adesioni fino all’80%

Negli uffici di Piazzetta Cuccia, sede storica di Mediobanca, è tempo di fare i conti con la nuova realtà azionaria dopo il successo dell’offerta pubblica di scambio di Monte dei Paschi di Siena.
Con il 62% del capitale già in mano alla banca senese, il direttore generale di Mediobanca, Francesco Saverio Vinci, ha inviato ieri un messaggio ai dipendenti per rassicurare il personale e delineare le prossime sfide.
«Abbiamo un azionista al 62% e di questo dobbiamo prendere atto, non è un’opinione», ha spiegato Vinci, sottolineando che la riapertura dell’offerta potrebbe spingere il livello di adesioni fino all’80%.
«Molti fondi legati agli indici saranno costretti a ridurre la loro quota, dato che Mediobanca uscirà progressivamente da diversi panieri di riferimento», ha aggiunto. Un’eventualità che cambia radicalmente gli equilibri di governance. Con un flottante così ridotto, ha avvertito il dg, diventerebbe difficile mantenere Mediobanca quotata: «Probabilmente anche la Bce spingerà verso una fusione, che in questo contesto avrebbe molto senso».
Secondo Vinci, l’ipotesi di un’integrazione con Mps potrebbe rivelarsi la strada più logica: «Credo che la fusione alla fine potrebbe essere il male minore. Immaginare due entità diverse, collegate solo da un azionariato comune ma incapaci di creare reali sinergie, non sarebbe stato il quadro migliore per la banca».
L’operazione, secondo il manager, potrebbe offrire l’occasione di ridisegnare un nuovo gruppo bancario in grado di valorizzare le specificità di entrambe le realtà: «Un gruppo costruito in modo più razionale, evitando sovrapposizioni e sfruttando al massimo le rispettive competenze».
Vinci ha sottolineato che l’offerta di Mps riflette «un prezzo ragionevolmente alto» perché Siena riconosce la qualità, la professionalità e l’esperienza della squadra di Piazzetta Cuccia.
«Il goodwill pagato è la somma delle persone che compongono Mediobanca» ha precisato «la nostra competenza, la nostra serietà e la nostra reputazione sono il vero valore che l’operazione intende preservare».
Un messaggio, quello del dg, rivolto soprattutto ai tremila dipendenti del gruppo, chiamati a mantenere la rotta in una fase di profondo cambiamento. Vinci ha invitato tutti a «non lasciarsi prendere da aspetti emotivi» e a «cavalcare il cambiamento», trasformando l’operazione in un’opportunità.
La priorità, ha ribadito il direttore generale, è difendere il franchise con la clientela: «È fondamentale rassicurare i clienti, perché le persone con cui si interfacceranno resteranno le stesse. Dobbiamo continuare a garantire la stessa qualità di servizio e di relazione che ha fatto la forza di Mediobanca».
In chiusura, Vinci ha insistito sul ruolo centrale delle risorse interne nel futuro assetto del gruppo: «Dall’altra parte ci sono competenze diverse, mercati target diversi e clienti diversi. Ma sono certo che anche Mps vorrà valorizzare al massimo ciò che Mediobanca rappresenta».
Con Mps ormai padrone della maggioranza, Piazzetta Cuccia si prepara dunque a una nuova fase: l’integrazione non è più un’ipotesi remota, ma un’opzione concreta sul tavolo. —
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