Il retroscena, Atlantia via dalla Borsa ma potrebbe tornarci tra cinque anni

La strada che sta portando Atlantia via dalla Borsa, tramite l’opa lanciata da Edizione con il fondo Blackstone per blindarne il controllo, potrebbe poi ricondurla nuovamente sui mercati finanziari

Roberta Paolini

TREVISO. La strada che sta portando Atlantia via dalla Borsa potrebbe poi ricondurla nuovamente sui mercati finanziari. A Milano o altrove. I dettagli sono nelle informazioni essenziali del Patto parasociale relativo a Atlantia. Il documento prevede in caso di delisting del gruppo di infrastrutture guidato da Carlo Bertazzo la fusione inversa di azionisti di Schemaquarantadue (holdco), la holding a monte controllata da Edizione (con Sintonia) per il 65% e per il 35% da due società veicolo di Blackstone, e che tramite il veicolo Schema Alfa (bidco) lancerà l’offerta.

Secondo quanto si apprende i due soci avranno un obbligo di investimento (Lock up) di cinque anni al termine dei quali potranno chiamare, entrambi, la quotazione su un primario mercato finanziario. Potrebbe essere Milano, potrebbe essere altrove.

A pagina 24 si legge a partire dal quinto anniversario della data di esecuzione, nel caso in cui la fusione sia stata realizzata, “ciascuna parte avrà il diritto di richiedere che HoldCo avvii il processo per ottenere la quotazione delle proprie azioni su un mercato regolamentato di primario standing”. Inoltre, si spiega oltre, la parte che chiede l’offerta pubblica iniziale ha il diritto di richiedere che il processo sia realizzato nel caso in cui “il prezzo finale delle azioni HoldCo nell’Ipo permetta a BIP TopCo (cioè Blackstone ndr.) di raggiungere i rendimenti minimi”.

Dopo dieci anni dalla fusione lo schema salta, invece, non sarà necessario nessun rendimento minimo per chiedere la quotazione. La famiglia Benetton si è tenuta anche la possibilità di restare azionista di maggioranza anche in caso di Ipo. Al punto (i) del documento si precisa, infatti, che nel caso sia la società veicolo di Blackstone a richiedere l’ipo, Sintonia (quindi Edizione) non sarà tenuta a vendere alcuna delle sue azioni in HoldCo e solo “BIP TopCo sarà responsabile di assicurare che il requisito del flottante applicabile nel mercato in cui l’IPO viene perfezionata venga rispettato”.

Fra le altre clausole del patto che disciplinerà la circolazione delle partecipazioni societarie, a tutela degli azionisti di minoranza, ci sono anche il diritto di covendita (tag along) proporzionale per i soci alle medesime condizioni economiche dei Benetton qualora la famiglia di Ponzano scendesse sotto il 50% nonché l’obbligo di covendita (drag along). Della partita sarà anche Crt.

Fondazione Cassa di Risparmio di Torino ha, infatti, stipulato un accordo con HoldCo e BidCo, che disciplina, tra l’altro, l’impegno di Crt a portare in adesione all’Offerta un certo numero di azioni Atlantia da essa detenute e il suo reinvestimento in HoldCo. Secondo quanto riferiscono fonti stampa la composizione finale del capitale dovrebbe essere il seguente: Sintonia al 57% e all’8% Crt il resto Blackstone.

Cosa succederà all’indomani della fusione e del delisting sono solo ipotesi. In cima alla lista delle possibilità è la definizione del rapporto con gli spagnoli di Acs, la società di Florentino Perez alleata con Benetton nel controllo di Abertis. Una società in cui la maggioranza è di Ponzano Veneto, tramite Atlantia, e tiene il 50 per cento più una azione.

Secondo Mf si punterà a un rafforzamento del peso di Atlantia nella partnership con gli spagnoli. Anche se la famiglia su questo punto non ha finora, ed è naturale sia così, scoperto le carte. Sempre Mf dice che è previsto anche un iter per la definizione della politica sui dividendi, che dovrà essere decisa da tutti i soci. Gli azionisti si attendono un flusso di dividendi superiore di oltre il 30% rispetto a quello attuale di Atlantia «ad esito anche di operazioni straordinarie, come la cessione di asset, previste nell’arco temporale del piano industriale». Secondo alcune indiscrezioni tra gli attivi valorizzabili ci sarebbe il 15,49% di Getlink, la società che gestisce l’Eurotunnel della Manica.

L’operazione con tutte le autorizzazioni che deve ottenere non dovrebbe partire prima di tre mesi. Una settimana fa, secondo fonti, I Benetton e il fondo Blackstone hanno notificato al governo l'Opa su Atlantia per l'esame del golden power. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © il Nord Est