Il presidente di Banca Generali: «Le imprese nordestine sono straordinarie. Il calo dei tassi aiuterà la ripresa»
Parla Antonio Cangeri riconfermato presidente di Banca Generali
«Acceleriamo con il piano industriale, obiettivo 100 miliardi di raccolta»

«Banca Generali è diventata un’eccellenza nel private banking in Italia e una delle storie di maggior successo sul mercato degli ultimi 15 anni, con una governance di elevato standing». Così Antonio Cangeri, che è anche Group General Counsel di Generali, riconfermato alla presidenza della banca con il Ceo Gian Maria Mossa, in questa intervista esclusiva.
Presidente Cangeri, come vede le prospettive dell’economia in un anno funestato dai venti di guerra? Le banche centrali hanno annunciato che i tassi dovrebbero iniziare a scendere nei prossimi mesi. Ripartiranno crescita e investimenti o vede rischi di rallentamento?
«Le tensioni geopolitiche e il rischio di escalation della guerra preoccupano certamente tutti. I mercati stanno tuttavia reagendo in modo composto e l’economia complessivamente continua a crescere anche se a un ritmo inferiore rispetto a prima, grazie soprattutto alla locomotiva americana. La resilienza dell’inflazione non aiuta visti i tassi elevati dalle banche centrali, ma abbiamo sentito segnali distinti dalla Bce che potrebbero intervenire già ad inizio estate. Crescita e investimenti non si sono mai fermati neanche nel nostro Paese, ma un allentamento del costo del denaro può sicuramente dare una boccata d’ossigeno».
Nell'ultimo anno e mezzo, in concomitanza con l'aumento dei tassi di interesse da parte della Bce, le condizioni dei Btp e dei titoli di Stato sono diventate maggiormente favorevoli. Cosa pensa di questo ritorno ai titoli di Stato?
«Le condizioni dei tassi e la fiscalità agevolata favoriscono i flussi verso le obbligazioni governative che sono un valido strumento di diversificazione. Crediamo nel valore della gestione attiva sia nel credito, sia nell’azionario, per tutelarsi dai rischi di volatilità in un determinato momento».
Quali segnali vi arrivano dalle imprese del Nord Est in uno scenario difficile a causa delle tensioni geopolitiche?
«Gli imprenditori del Nord Est sono straordinari. Abbiamo visto come l’export stia comunque tenendo e le aziende stiano dando prova di grande flessibilità e versatilità nell’affrontare le sfide economiche. Anche dal nostro osservatorio vediamo grande dinamismo e soprattutto apertura al confronto sulle best-practice internazionali non solo sulle tematiche finanziarie, ma anche di sostenibilità, governance, e in generale per l’efficienza finanziaria».
Cosa chiedono gli imprenditori?
«Sempre di più ci chiedono “advisory” per le sfide legate al mercato dei capitali, possibili operazioni straordinarie e anche per il passaggio generazionale».
Ritiene che il mondo del risparmio, in un Paese in crisi demografica, debba puntare di più su previdenza integrativa e fondi pensione?
«Il nodo dell’implosione demografica è una vera emergenza per il Paese. I rischi non riguardano solo la previdenza e le pensioni, ma la sua sostenibilità industriale ed economica. Come gruppo Generali siamo molto attenti a questo problema e siamo tra i protagonisti sia nella gestione dei fondi pensione, sia nell’offerta integrativa».
A fine anno si chiuderà il percorso del piano triennale di Banca Generali. A che punto siamo?
«I numeri parlano da soli. Siamo oltre i 95 miliardi di masse in gestione, e l’obiettivo dei 100 miliardi è ormai a portata di mano. La raccolta cresce dell’8% nel primo trimestre a 1,65 miliardi e i segnali che provengono dai servizi a maggiore valore aggiunto, come la consulenza evoluta, le gestioni patrimoniali e le soluzioni gestite, sono tutti molto positivi».
La gestione del risparmio attraversa una fase di transizione importante nel Paese. Come sarà la Banca Generali del futuro e con quali ambizioni?
«La stretta ai tassi degli ultimi due anni e l’inflazione hanno certamente colpito le famiglie e riavvicinato a strumenti più tradizionali come i titoli di Stato e in generale il risparmio amministrato. Ma non ha mutato i bisogni di protezione e diversificazione patrimoniale. In questo senso Banca Generali è riuscita a distinguersi grazie alla grande qualità dei propri banker e a un’offerta unica. Oltre alla forza di avere alle spalle il Leone delle Generali che da quasi 200 anni rappresenta il sinonimo di solidità e garanzia per le famiglie».
Obiettivi?
«Per il futuro il management team guidato dal Ceo Gian Maria Mossa sta lavorando ad un piano ambizioso che vedremo nel 2025, dove resterà centrale il ruolo del consulente e cresceranno le opportunità dal grande lavoro sui dati e ampliamento dei servizi, alle famiglie e alle imprese. Saremo una banca ancora più orientata all’innovazione, con ambizioni anche all’estero. In Svizzera a breve inaugureremo la sede di Lugano, sempre più forte nel concetto di wealth management. Inoltre vediamo crescenti opportunità di sinergie con il Gruppo Generali».
Banca Generali ha quasi quadruplicato la crescita in dieci anni. Pensate di crescere anche con nuove acquisizioni?
«Il management ha già dimostrato di saper cogliere le opportunità al momento giusto. Quando cresci di 6 miliardi all’anno solo di flussi di raccolta, con migliaia di nuovi clienti ogni anno, è come se stessi generando i frutti di un’acquisizione in modo endogeno. Ora puntiamo su un piano di sviluppo internazionale, sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale».—
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