Il gruppo Finint chiude il 2022 con l’utile a 15,8 milioni
Banca Finint ha gestito 73 operazioni con controparti le principali banche e fondi a livello nazionale ed internazionale. Tra le operazioni di advisory quella per Ceramica Dolomite, che ha raccolto imprenditori regionali per il salvataggio dell'azienda bellunese di Borgo Valbelluna

Utile lordo consolidato per 22,8 milioni di euro, +9,4% rispetto ai 20,8 del 2021, e utile netto 15,8 milioni, +5% rispetto ai 15,1 del 2021 per il gruppo Banca Finint, il cui bilancio consolidato è stato approvato dal Cda presieduto da Enrico Marchi.
Il margine di intermediazione è pari a 88,3 milioni, +38,7% rispetto all'esercizio 2021, di cui margine finanziario e da servizi a 85,4 milioni, in crescita del 38,9%, con ricavi da commissioni che ammontano a circa 70 milioni (+28%). L'incremento dell'organico è stato di oltre il 55%, con 127 assunzioni in corso d'anno.
In crescita anche i risultati della partecipata Finint Investments, che raggiunge un utile netto di 3,8 milioni (+32%). Sono stati gestiti circa 11,5 miliardi di attivi, dei quali circa 2,9 nel private banking, 1,5 nei servizi di consulenza alla clientela istituzionale, 3,9 nell'asset management e 3,3 nel segmento Npe.
Banca Finint ha gestito 73 operazioni con controparti le principali banche e fondi a livello nazionale ed internazionale. Nel 2022 sono entrati in gestione 129 nuovi bond e minibond e tre nuovi Loan. Tra le operazioni di advisory quella per Ceramica Dolomite, che ha raccolto imprenditori regionali per il salvataggio dell'azienda bellunese di Borgo Valbelluna.
«I risultati del 2022 sono stati al di sopra delle aspettative», ha detto Enrico Marchi, presidente del gruppo Banca Finint. «Questo è stato l’anno della piena integrazione di Finint Private Bank (già Banca Consulia) e di Finint Revalue, due asset che ci hanno consentito di crescere e di espandere il nostro perimetro al private banking e di potenziare i servizi attorno al grande mercato dei crediti deteriorati e in sofferenza. Abbiamo così potuto aggiungere al nostro già ricco portafoglio di servizi due elementi che ci consentono di crescere per essere sempre più vicini alle imprese, ai territori e agli imprenditori. Abbiamo inoltre ridotto il profilo di rischio del Gruppo diversificando le fonti di ricavo e rafforzato l’equilibrio finanziario aggiungendo nuove forme di raccolta stabile. L’integrazione proseguirà anche nel 2023 con l’obiettivo di ampliare ancora di più il nostro perimetro di azione grazie ad una squadra di professioniste e professionisti giovani e motivati che, sono certo, sapranno supportare al meglio le opportunità di crescita organica del Gruppo».
Per Fabio Innocenzi, amministratore delegato del Gruppo Banca Finint: «Il Gruppo Banca Finint a fine 2022 gestiva o forniva consulenza a circa 11,5 miliardi di euro di attivi, dei quali circa 2,9 miliardi nel private banking, 1,5 miliardi nei servizi di consulenza alla clientela istituzionale, 3,9 miliardi nell’asset management e 3,3 miliardi nel segmento NPE. Il Gruppo sta procedendo nel proprio piano industriale, che ha previsto un obiettivo di sviluppo importante, sia attraverso la crescita nelle attività core, sia attraverso la diversificazione delle fonti di ricavo tramite l’avvio di business sinergici e complementari rispetto a quanto già in essere: l’integrazione di business ad alto valore aggiunto e con un importante livello di resilienza e ricorrenza degli utili, rappresentate dal wealth management e dal private banking, unitamente al rafforzamento dell’operatività sugli NPE, ne sono la dimostrazione. Nel 2023 puntiamo ad una ripresa anche di quelle commissioni che nel 2022 erano state penalizzate dal calo dei mercati finanziari. Dal punto di vista commerciale, emergono i benefici dell'ampliamento della rete corporate e della riqualificazione di quella private. I costi, a loro volta, salgono a doppia cifra riflettendo la crescita numerica del personale tesa a rafforzare sia le strutture di business, sia quelle di staff. L'aumento della redditività procede a doppia cifra, ben supportata da ratio patrimoniali superiori a quanto richiesto dal regolatore e da indicatori equilibrati di liquidità».
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