I tedeschi del Fondo Patrizia ridisegnano il volto di Verona

Due aree strategiche interessate: come quella degli ex Magazzini Generali e la centralissima del cosiddetto “Quadrilatero". L'investimento di circa 180 milioni già prevede arrivi importanti: come la catena alberghiera di lusso Marriott o quello del marchio alimentare Eataly che avrà sede a sud, nella ex Rotonda o Stazione frigorifera specializzata
Gli ex Magazzini Generali oggi
Gli ex Magazzini Generali oggi

VERONA. Eppur si muove! Questo il commento divertito di alcuni veronesi che in questi giorni vedono la loro città uscire dal consueto sonnacchioso tran tran per offrire le proprie meraviglie ad un gruppo di investitori che ne stanno progettando concretamente il futuro, a sud e nel centro cittadino.

Accade infatti che due aree strategiche come quella degli ex Magazzini Generali, praticamente di fronte alla Fiera, e quella centralissima del cosiddetto “Quadrilatero”, dove vivevano Unicredit e Fondazione CariVerona, sono passate di fatto sotto la gestione di un Fondo Immobiliare tedesco dal nome grazioso, “Patrizia” (la società è di Augsburg o Augusta, città fondata dai patrizi romani) che ne sta disegnando e realizzando le nuove destinazioni.

Insomma un privato - per fortuna secondo alcuni che conoscono le classiche lentezze burocratiche della pubblica amministrazione, per sfortuna secondo altri che temono un’operazione speculativa – sta cambiando almeno in parte il volto della città, con un investimento di circa 180 milioni e con arrivi molto prossimi, come quello in centro della catena alberghiera di lusso Marriott o quello del marchio alimentare Eataly che avrà sede a sud, nella ex Rotonda o Stazione frigorifera specializzata.

Tutto questo è accaduto senza che molti veronesi se ne accorgessero e ci vorrebbe un libro per spiegare nei dettagli come. In sintesi si può dire che il Fondo Verona Property negli anni ha visto conferire al suo interno gli immobili di Fondazione Cariverona. Tre anni fa la “nuova” Fondazione di Alessandro Mazzucco e Giacomo Marino ha bandito una gara internazionale per la gestione di questi asset (dopo gli anni precedenti di gestioni “casalinghe”) che è stata vinta appunto da Patrizia. Il fondo si è poi messo immediatamente al lavoro a sud di Verona e quindi ha studiato come valorizzare la porzione di centro città.

Ma chi è Patrizia? Si tratta di un colosso che gestisce in Europa 46 miliardi di asset immobiliari, di proprietà (al 52%) del fondatore e amministratore delegato Wolfgang Hegger, ma quotato alla Borsa di Francoforte e partecipato anche da grandi compagnie assicurative quali Allianz e Zurich. 19 uffici in venti Paesi europei. Un “global partner for pan-European real estate investment”, come si definisce, su cui puntano 400 investitori istituzionali internazionali tra Fondi pensione, assicurazioni, banche.

Insomma questi leader europei hanno visto un futuro radioso per la città ed hanno deciso di puntare forte. “Abbiamo valutato che in centro città non ci sarebbe stata richiesta adeguata per il settore residenziale – racconta Dario Strano, numero uno di Patrizia in Italia – ma nemmeno per gli uffici, che oggi richiedono cablatura, posti auto e bassi costi di gestione. Così nel nostro business plan abbiamo pianificato una “accoglienza” di altissimo livello: alberghi, ristoranti e negozi top”.

Dal business plan al progetto esecutivo. Ed eccoci a questi giorni, in cui negli uffici dell’Edilizia privata del Comune di Verona è stato depositato il piano per il recupero del cosiddetto Quadrilatero, gli immobili di Patrizia immobiliare che sono delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio.

Novanta giorni di tempo per eventuali osservazioni da parte di soggetti terzi e poi, in teoria, da marzo il progetto potrebbe essere votato in Consiglio comunale e varato.

Stiamo parlando di un’area compresa tra Piazza Erbe e l’Adige di ben 40mila metri quadrati, dove una volta lavoravano seicento persone ed oggi praticamente vuota, che verrà adibita ad una sorta di polo del lusso veronese, ma ad uso e consumo soprattutto di ricchi turisti, che ovviamente porteranno valore anche a tutta la città. E’ già previsto che nella zona della ex Cassa di Risparmio di Verona si insedino un grande albergo da 140 stanze su quattro piani e 22mila metri quadri, della catena alberghiera Marriott International, multinazionale americana che gestisce hotel di alto livello in tutto il mondo, facendo del lusso e dell’esclusività dei servizi i suoi punti di forza. A Verona la Marriott arriverà con il brand Autograph Collection, ovvero il top di gamma. Un cinque stelle superior, una novità assoluta nel panorama alberghiero cittadino, ma non la sola. Perché oltre al Hotel il Fondo Patrizia proporrà anche ristoranti, negozi, sale convegni, centro benessere, in un altro stabile posto in una strada storica fra via Garibaldi e via Emilei, una volta chiusa ai cittadini. Ai piani superiori probabilmente anche appartamenti di pregio, affacciati su quella che si candida ad essere prossimamente una seconda “via Mazzini”.

Il futuro investimento in città di Marriott è già stato “salutato” dal fuoco di fila degli albergatori cittadini che dichiarano: “Pensare di incrementare i posti letto di fascia alta nel centro cittadino, dove ricordiamo ci sono già tre strutture di lusso esistenti, senza legare queste valutazioni a seri ed approfonditi studi di mercato è superficiale e poco puntuale.”

“In realtà gli studi li abbiamo fatti eccome – replica Dario Strano per Patrizia Real Estate Investment – e dimostrano la potenzialità di Verona, dove il turismo cresce del 4% annuo (dati pre Covid ndr) e la città ha la capacità di assorbire e trasformare flussi turistici da qui ai prossimi 10-15 anni. Marriott ha vinto una gara che abbiamo bandito, a cui hanno partecipato grandi nomi internazionali come NH Hotels e Radisson, che hanno visto la stessa attrattività in una città bellissima. Catene di questo livello portano un clientela nuova che altrimenti sarebbe andata alla ricerca del lusso altrove. C’è sicuramente spazio per tutti”.

Concludendo, là dove si aggiravano schiere di bancari si muoveranno, in futuro, turisti “trendy” alla ricerca di svago, mentre a sud della città, lungo quello che significativamente si chiama Viale del Lavoro, non si stipano più le merci, peraltro sparite da anni, ma uffici pieni di “colletti bianchi” (di Unicredit, Fondazione Cariverona, DoValue, Glaxo…) mischiati a curiosi e gourmet frequentatori di Eataly, che nel giugno del 2021 aprirà un mega punto vendita in un’area da 13mila metri quadrati vincolata dalla Soprintendenza. Nella “rotonda”, trasformata ad uso commerciale e congressuale, a ricordo del passato che fu verrà anche rimontata la macchina che produceva il ghiaccio e allestito un piccolo museo.

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