Crac banche popolari venete, dal Fondo sbloccati 19 mila indennizzi «Partite Iva, fra i più bisognosi»

Le associazioni dei risparmiatori traditi sono soddisfatte. Miatello (Ezzelino da Onara): «Un passo importante». La prossima tranche è di 21 mila rimborsi. «Bisogna alzare la soglia del 30%»

VENEZIA. Si sbloccano gli indennizzi per i risparmiatori con un reddito superiore ai 35mila euro e con patrimonio mobiliare al di sotto dei 100mila. Si tratta di una fetta importante di quanti hanno perso quasi tutto nel crollo dell’ex Banca popolare di Vicenza e ex Veneto Banca, una platea pari a 19mila risparmiatori.

I primi bonifici del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori (Fir) delle ex banche popolari andate in dissesto nel 2017 sono stati inviati dalla Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap) a soci nei giorni scorsi e ora sono stati accreditati i primi.

«È una bellissima notizia per molte ragioni, si tratta di risparmiatori per lo più con partite Iva, che nel 2020 non hanno lavorato a causa della pandemia, sono tra i più bisognosi - spiega Patrizio Miatello, presidente dell'associazione Ezzelino III da Onara -. L'arrivo dei bonifici è la conferma che gli appartenenti a questa categoria riceveranno a breve quanto dovuto, e subito dopo seguiranno altri i 4mila destinatari forfettari per i quali l'importo atteso è superiore ai 50mila euro».

La procedura era stata rallentata perché mancava una disposizione ministeriale del Mef, poi la palla è passata l’Agenzia delle Entrate. E se ne è andato un anno. Poi il ritorno in Consap. La procedura di questi 19mila risparmiatori bloccava anche l’espletamento di tutti gli altri aventi diritto.

A seguire toccherà agli ultimi 21mila risparmiatori ordinari, con reddito e patrimonio mobiliare superiori a 35mila e 100mila euro. Gli importi, destinati a 144mila possessori di azioni ed obbligazioni azzerate dal default, corrispondono al 30% del prezzo di acquisto dei titoli.

La somma resa complessivamente disponibile dal Governo attraverso il Fir è pari a 1.575 milioni in tre anni e le cifre fino ad oggi riconosciute, fra i 600 ed i 700 milioni, lasciano ritenere che vi siano «buone speranze ai fini di una ulteriore distribuzione delle rimanenze» ai danneggiati, così da superare la soglia del 30% dei capitali perduti.

«La questione Fir non è chiusa, mancano più di 20mila domande da saldare e poi manca tutto il secondo canale, manteniamo dunque alta l’attenzione – commenta Luigi Ugone, presidente dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza” –. Questa battaglia non è finita, il fondo Fir è di 1,5 miliardi di euro e vogliamo che i soldi non utilizzati vadano ad alzare la soglia dei rimborsi, oggi al 30%. Inoltre i nostri risparmiatori non hanno ricevuto risposte chiare da Consap sulle domande relative alle obbligazioni e azioni affrancate per problemi di calcolo».

E lancia una mobilitazione domenica per tenere alta l’attenzione. Secondo le stime dell’associazione dei risparmiatori Ezzelino III da Onara le pratiche bonificate dal Consap sono circa 90mila, mentre ben 70mila domande delle 144mila presentate, avevano dati incompleti, e hanno avuto bisogno di un’integrazione da parte dei risparmiatori. Ciò ha allungato i tempi.

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