Ex banche Popolari, 250 filiali da chiudere: pronti mille esuberi

Le eccedenze soprattutto in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Intesa Sanpaolo accelera l’integrazione: si parte a dicembre

UDINE. Sono 1.040 le «adesioni all’esodo» da parte del personale delle ex banche popolari venete, BpVi e Veneto Banca. Ovvero 40 in più della soglia dei mille esuberi previsti dal piano di integrazione in Intesa Sanpaolo.

Non dimenticando, però, che all'appello mancano le 3 mila eccedenze previste da Ca’ de Sass, sulle quali il confronto sarà avviato, tra azienda e sindacati, nelle prossime settimane. Il punto è arrivato dall'incontro di giovedì a Milano tra la delegazione trattante del gruppo Intesa Sanpaolo di Fabi, First, Fisac, Ugl, Uilca e Unisin, con la controparte datoriale.

Prossimo appuntamento, con i dettagli sul piano di accorpamento delle filiali, in agenda per il 28 settembre. Peraltro le uscite anticipate, con accesso al fondo di solidarietà per chi aggancerà la pensione entro 7 anni, non scatteranno dal prossimo anno bensì dal mese di ottobre: prima del previsto. In questa occasione Intesa ha annunciato l’intenzione di anticipare l’integrazione delle ex popolari a dicembre, per decollare, dal primo gennaio, con la banca unica.

La migrazione procedurale delle filiali ex Veneto Banca ed ex Popolare di Vicenza è prevista tra l’8 e il 10 dicembre, e contestualmente avverrà l’accorpamento delle prime 230/260 filiali il cui elenco, però, è ancora in corso di definizione.

«Il risultato è stato raggiunto grazie all’impegno di tutti i colleghi, ora si procede con il piano di chiusure – spiega Giuliano Xausa, segretario nazionale Fabi –. Fino ad oggi la banca si è principalmente concentrata sugli esuberi, ora si entra nel vivo della questione relativa alle chiusure degli sportelli e allo spostamento dei colleghi. Anche su questo fronte vigileremo con la massima attenzione».

La richiesta di Francoforte era di 600 chiusure di sportelli (su 900) delle ex Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ma non è escluso del tutto che vi sia all’interno delle 600 chiusure anche qualche sportello di Banca Intesa. Se la scelta definitiva sulle filiali da chiudere non è ancora stata fatta, la scadenza prevede la soppressione di 250 filiali già dal 7 dicembre. Poi si proseguirà con un ritmo di 100-120 chiusure al mese. Il tutto si dovrebbe concludere con i primi mesi del 2018.

«L’elenco deve ancora essere presentato ai sindacati, non possiamo escludere che alcune chiusure possano interessare anche filiali di Banca Intesa - ha spiegato Mauro Incletolli della segretaria nazionale della First Cisl – Sulle chiusure la trattativa comincerà dal 28 settembre e qui si discuterà anche del piano industriale, spostamenti e migrazioni».

Il ricollocamento di quanti sono rimasti preoccupa i sindacati. C’è da trovare posto ai dipendenti delle filiali chiuse e quanti attualmente lavorano presso le ex sedi centrali in via Framarin e Vicenza e a Montebelluna. I sindacati hanno da tempo richiesto a Intesa Sanpaolo che in Veneto trovino posto gli uffici della banca online del gruppo milanese.

«Noi affronteremo la questione con il presupposto di ridurre al massimo i disagi per i colleghi rimasti, in modo da portare più lavoro possibile sul territorio, per ridurre i problemi legati alla mobilità dei dipendenti», ha concluso Incletolli. Il passaggio informatico è fissato invece per l’8-10 dicembre, qualche giorno prima si effettueranno le prove tecniche. Per Banca Apulia e Banca Nuova l’integrazione nel gruppo avverrà nei primi mesi del 2018.

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