Danieli, acciaieria a Piombino: «Stabilimento green nel 2026»

L’intesa con Metinvest: accordo vicino. Benedetti: tecnologie a basso impatto, 1.400 occupati
Maura Delle Case

Sfumata l’ipotesi di San Giorgio di Nogaro, si fa sempre più concreta quella di Piombino per la costruzione dell’acciaieria Metinvest-Danieli. I soggetti coinvolti stimano che si possa arrivare a un accordo nel giro di due, tre mesi. Insomma, per la fine dell’anno, al massimo per l’inizio del prossimo.

«Se così fosse i lavori di realizzazione dell’acciaieria potrebbero iniziare la prossima primavera e concludersi entro la metà del 2026». A dirlo, pur con tutti i se e i ma del caso, è stato ieri il presidente del gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti, reduce dall’incontro che, dopo settimane di interlocuzione a distanza, mercoledì ha riunito, a palazzo Piacentini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, assieme al sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani (collegato in video), al numero uno di Danieli, Gianpietro Benedetti, e al Ceo di Metinvest, Yuriy Ryzhenkov, una presenza, quest’ultima, che è stata letta come la certificazione da parte del colosso ucraino dell’acciaio della volontà di investire in Italia.

«È stato un incontro molto positivo come positiva è stata l’accoglienza data al progetto» ha riferito ancora Benedetti facendo eco al comunicato del ministero che parla di «clima positivo e collaborativo» e di approfondimenti per delineare «un nuovo assetto produttivo con tecnologie a basso impatto ambientale».

Un aspetto, quest’ultimo, che ha visto particolarmente attente le istituzioni locali. «Ci hanno chiesto che lo stabilimento sia green e che abbia un elevato standing tecnologico» ha fatto sapere ancora Benedetti che ha rassicurato in proposito sindaco e governatore: «Vogliamo applicare digitale e machine learning con zero man on the floor, vale a dire nessun uomo nei reparti durante la produzione». Archiviato positivamente l’incontro, sul tappeto restano diverse questioni da sciogliere.

Anzitutto, garantire la coesistenza del nuovo investimento Metinvest-Danieli con l’acciaieria ex Lucchini, oggi Jsw Steel Italy del gruppo indiano Jindal, con l’obiettivo di rilanciare Piombino come polo di riferimento della produzione di acciai lunghi e piani. I primi prodotti da Jsw, i secondi da Metinvest.

«Prossimi passi? La trattativa con chi occupa gli spazi e alcune verifiche sulla logistica, sia ferroviaria che portuale» aggiunge Benedetti. La trattativa sugli spazi con Jsw sembrerebbe un problema del tutto superabile. La società, reduce da un incontro con il ministro nei giorni scorsi, si sarebbe detta infatti disponibile a rilasciare parte delle aree e a effettuare investimenti sugli impianti per oltre mezzo miliardo di euro. Metinvest dal canto suo ha invece garantito il riassorbimento dei lavoratori di Jsw che, al termine della cassa integrazione in corso (l’ammortizzatore scade a dicembre), dovessero risultare in esubero. Un impegno che il colosso ucraino non ha timori di rispettare in ragione dei numeri: la nuova acciaieria promette infatti un ritorno in termini di occupazione tutt’altro che banale. «Parliamo - ricorda Benedetti - di 700 occupati diretti e di altrettanti nell’indotto».

Complessivamente la nuova acciaieria muoverà 1.400 lavoratori, molta parte dei quali di medio alto livello: tecnici e ingegneri. «Per poterne disporre all’atto di avvio dell’acciaieria abbiamo già preso contatti e ottenuto il massimo supporto dall’Università di Pisa».

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