Cantieri e divieti ai valichi alpini: «Nord Est a rischio isolamento»

Venti miliardi di euro. A tanto dovrebbe ammontare il conto che il sistema economico del Nord Est dovrà pagare, da qui al 2026, per i lavori sul ponte austriaco di Lueg lungo l’autostrada del Brennero e per quelli sull’autostrada dei Tauri da Salisburgo a Villach.
Si tratta di interventi su due fondamentali snodi di collegamento tra l’Italia ed i Paesi del Nord Europa che avranno un impatto negativo sul traffico con ripercussioni su diversi settori economici, tra cui l’autotrasporto, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, il turismo, l’industria e l’artigianato. La stima è della Confcommercio Trentino che prevede un calo delle presenze con inevitabili conseguenze per il trasporto delle merci e dei prodotti, creando difficoltà alle aziende e rallentando la filiera produttiva.
Un allarme condiviso anche in Veneto e Friuli Venezia Giulia dove da tempo le associazioni di categoria chiedono interventi a livello europeo.
«È necessario un impegno forte da parte di tutti», spiega Patrizio Bertin, presidente della Confcommercio del Veneto, «i problemi ai valichi alpini rappresentano una grave minaccia per l’economia del Nord Est. Tutte le istituzioni coinvolte devono lavorare per trovare una soluzione che tuteli il tessuto economico del territorio. Non dimentichiamo poi che in Veneto, nel febbraio 2026, si terranno le Olimpiadi che rappresentano una fondamentale opportunità di crescita per tutta l’area. È quindi necessario che questi lavori non vadano a penalizzare gli ingressi nel nostro Paese».

La chiusura del ponte di Lueg, con probabili code chilometriche e il restringimento di carreggiata lungo l’autostrada del Brennero per due anni a partire dal 2025, comporterà ritardi e costi aggiuntivi per le aziende che trasportano merci su questo asse. Nel 2023, ha stimato la Confcommercio Trentino, il valore delle merci trasportate su gomma attraverso l’A22 è stato di oltre 100 miliardi di euro.
La chiusura del ponte di Lueg potrebbe causare un calo di questo valore fino al 20%. Un problema analogo si sta vivendo anche in Friuli Venezia Giulia sull’altro valico che collega l’Italia all’Austria. Qui dallo scorso mese di settembre sono in corso i lavori di costruzione dell’autostrada A10 dei Tauri nei tunnel Ofenauer, Hiefler e Werfen. La durata dei lavori è prevista fino a giugno 2025.
«È una situazione che colpisce pesantemente l’export, ma anche l’import, italiano e del Nord Est», spiega Massimo Masotti, alla guida della categoria trasporto di Confindustria Udine, «i lavori vanno a sommarsi a quelle che definiamo come limitazioni discriminatorie».
I vincoli austriaci, contestano gli autotrasportatori, non si applicano infatti ai loro Tir. «Anche in Italia ci sono divieti di circolazione ma si applicano a tutti, vettori italiani e stranieri», aggiunge Masotti, «attendiamo di capire chi sarà il nuovo commissario europeo che dovrà mettere mano a una situazione ormai insostenibile soprattutto perché crea un precedente grave e che potrebbe spingere altri Paesi ha imporre unilateralmente limitazioni e divieti al transito».
Il caos ai valichi alpini rilancia anche il progetto del prolungamento dell’A27 come nuovo corridoio di collegamento con il nord. «Sarebbe fondamentale», aggiunge Bertin, «per evitare il rischio isolamento che a breve rischia di vivere l’intero Nord Est».
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