Caccia alle dimore extra lusso: Treviso, centro storico dei vip

TREVISO. Alloggi di lusso in palazzi storici: il mattone in centro a Treviso riparte con una serie di operazioni extra lusso. È un business in piena espansione che riempie la città di gru e ponteggi, tra i nomi che cambiano (o hanno cambiato) il volto del centro storico ci sono Setten, Fassa, De'Longhi, Marchetto, i cantieri proliferano ed è caccia grossa alle dimore storiche.
C'è grande fermento, per esempio, in piazza Matteotti, dove sta andando in scena una delle operazioni più innovative del panorama finanziario. Palazzo Doni, costruito a fine Seicento, una delle poche case gentilizie sopravvissute ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, noto per le sue decorazioni e i soffitti di pregio, sarà ristrutturato per ospitare tre appartamenti extra lusso.
Due di questi sono già stati venduti a "facoltosi imprenditori" di cui non è stata svelata l'identità. Progetto della Iniziative Genuine e lavori della Setten Genesio Spa, regista dell'operazione la società Genuine Srl, amministrata dall'imprenditore Federico Setten, proprietaria dell'immobile.
Il restauro è un esempio di "crowdfunding immobiliare" in cui gli investitori contribuiscono alle spese per il progetto - poco meno di 4,5 milioni di euro - e partecipano in futuro agli utili. Un modello che Setten ha giurato di voler riproporre per altre dimore storiche del centro, rimaste vuote complici la fuga dei residenti verso le periferie e la riconversione, poi naufragata in era Covid, in alloggi per turisti.
È recente - fine 2020 - anche l'acquisizione di un altro immobile di pregio, quel Palazzo Minotto che si affaccia sul Cagnan a ponte Sant'Agata, in uno degli scorci più caratteristici del centro storico, da parte di Tina Fassa, una delle figlie di Paolo, al timone dell'azienda di calcestruzzi.
Siamo in vicolo Rovero, zona ad alta densità di palazzi storici abitati da vip: in un raggio di poche centinaia di metri hanno casa anche De' Longhi, Oscar Marchetto di Somec (che ha trasformato in residenza l'ex cinema Astra) e tra non molto anche Walter Bertin di Labomar. Quasi mille metri quadrati in uno dei punti più suggestivi del centro.
Pure l'operazione di Bertin è recente: ha acquistato il palazzo dell'ex Inpdap in via in via Gualpertino Da Coderta con un rilancio da 2,6 milioni di euro, ne farà una dimora extra lusso.Riqualificazioni e restauri proseguiranno a spron battuto, le occasioni non mancano. Ma se all'epoca di Fondazione Cassamarca era l'istituzione a farsi carico della trasformazione di intere porzioni di città (vedi l'operazione Quartiere Latino), adesso si assiste a un proliferare di iniziative del singolo.
Non senza qualche grana. Due delle operazioni più importanti della città negli ultimi anni sono la ristrutturazione dell'ex Edison, cinema riconvertito al residenziale in pieno centro, e la costruzione del Bosco Verticale, quest'ultimo fuori mura (in Restera) ma, manco a dirlo, sempre tarato su una fascia di mercato di prim'ordine. A metà dicembre il Tar si è espresso sui ricorsi presentati contro i piani edilizi che hanno visto nascere il Bosco Verticale e la riqualificazione all'ex Edison.
I giudici hanno accolto i ricorsi contestando le altezze di entrambe le costruzioni e i procedimenti autorizzativi che - nel caso del progetto di Boeri lungo il Sile - hanno portato all'avvio dei cantieri. Battaglie legali in una città che cambia, ma cambia per pochi.
Lo ha detto di recente l'economista Alessandro Minello: «La città ha due dimensioni. Il centro storico dentro le mura, con una certa stazionarietà dei residenti dopo un lungo declino (ora sono 5-6 mila, fra i Sessanta e i Settanta erano 14 mila, nel 1911 il record: 18 mila), e le aree periferiche, che attraggono dai territori limitrofi e continuano a crescere». --
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