Boccia: crescita timida anche a Nordest

UDINE «Bisogna rimuovere il deficit di competitività che rallenta l'industria italiana»: il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia, di fronte all’assemblea degli industriali di Udine, torna all’attacco sulle dinamiche della crescita del Paese che definisce “timida”. Gli economisti di Confindustria hanno appena rivisto al ribasso le stime sulla crescita del Prodotto interno lordo che cresce meno del previsto. Per il leader degli industriali l’Italia deve ripartire da una seria “politica dell’offerta” puntando sulla competitività delle sue imprese a partire dalla legge di stabilità.
Di fronte al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti, Boccia chiede al governo misure «per il rilancio della produttività e degli investimenti privati». In particolare, per far ripartire l'industria, precisa il presidente degli imprenditori, «dobbiamo accelerare sui grandi livelli di scelte selettive, sia sul piano regionale che nazionale». La produttività per il presidente di Confindustria si ottiene con «lo scambio salari-produttività, detassando i premi di produttività».
Sarà questo il tema dominante del confronto con i sindacati: «Anche se l'80% delle imprese non ha i contratti di secondo livello bisogna adottare come modello quel 20% più avanzato che ha questo tipo di accordi», insiste. Boccia si sofferma poi sullo scenario economico nordestino che non è diverso dal quadro nazionale. Almeno la ricetta di Confindustria non cambia: «Siamo ancora 7 punti di Pil dietro al picco della crisi. Dobbiamo recuperare e quindi siamo ancora in una fase delicata in cui ricominciamo a crescere ma in maniera molto timida. Bisogna fare in modo che anche a livello regionale ci sia una convergenza di politica economica che veda l'industria come motore di sviluppo».
Il Friuli Venezia Giulia «mi sembra che sia in linea su questa grande priorità che è la questione industriale», ha aggiunto il capo di Confindustria rivolgendosi alla Presidente della Regione, Debora Serracchiani. Nel Paese servono misure urgenti soprattutto in un quadro di rallentamento dell'economia internazionale: «É necessario costruire una precondizione per una industria forte. Siamo il secondo Paese industriale d'Europa dopo la Germania. Dobbiamo non solo mantenere questa posizione ma cercare di superarla ».
In questo contesto gli industriali seguono un percorso che comincia dallo «stabilire quale sia l'obiettivo» ovvero «la crescita», passando per l'analisi degli strumenti e delle risorse». Per Confindustria «la riattivazione degli investimenti privati si ottiene continuando con la legge Sabatini e i super-ammortamenti». Affronta poi il tema della «finanza per le imprese» che hanno bisogno di «più capitali per investire» attraverso «benefici fiscali a chi fa aumenti di capitale diretti o con capitali esterni». Il patto per la crescita e la stabilità invocato da Boccia serve anche in Europa: «Speriamo che le regole che ci chiedono di rispettare siano rispettate in termini di reciprocità anche dagli altri Paesi», ha concluso replicando alle parole del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, secondo il quale l'Italia ha già abusato della flessibilità non tagliando il debito pubblico.pcf
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