Autostrade a Nordest senza un “padrone”, ma ora c’è lo spazio per la regia pubblica

Il mondo delle autostrade dal Veneto, al Trentino al Friuli Venezia Giulia è un mosaico di “padroni”. Su tutti spicca un grande gruppo, Atlantia. Ora però che la lettera di revoca della concessione è stata inviata ad Autostrade questo complesso affresco potrebbe anche modificarsi
La foto simbolo della Brescia-Padova
La foto simbolo della Brescia-Padova

VENEZIA.  Cinque concessionarie, una valanga di soci. Un ginepraio di partecipazioni pubbliche e private, poche situazioni chiare, che il caos della tragedia del Ponte Morandi rischia di complicare. Il mondo delle autostrade a Nordest è un mosaico di “padroni”. Su tutti spicca un grande gruppo, Atlantia, che tiene le concessioni in capo ad Autostrade per l’Italia e una volta chiusa l’operazione Abertis anche quelle della società di infrastrutture spagnola. Ora però che la lettera di revoca della concessione è stata inviata ad Autostrade questo complesso affresco potrebbe anche modificarsi. Il come, con che impatti sugli equilibri tra pubblico e privato, è tutto da decifrare.

I padroni delle strade
Ma andiamo con ordine. Nel Nordest si contano cinque concessionarie. Un blocco privato che fa capo ad Autostrade per l’Italia e che gestisce la A13, Bologna-Padova, la A27, Venezia-Belluno e il troncone finale della A23, Palmanova-Tarvisio, dallo svincolo di Udine fino al confine. L’altro pezzo riguarda la A4, Brescia-Padova, che è tenuto da A4 holding a sua volta controllata da Abertis al 90,03%. Come noto su Abertis è stata chiusa l’opa di Hochtief, dopo il delisting il controllo della società spagnola passerà in una holding in cui l’azionista di maggioranza è Atlantia. A quel punto la holding che fa capo ai Benetton diventerà l’azionista di riferimento della maggior parte delle autostrade nordestine.

La mappa delle autostrade a Nordest
La mappa delle autostrade a Nordest

Oltre alla Brescia-Padova, A4holding ha anche la A31, cioè la Valdastico. Il resto della rete vede Autovie Venete, la concessionaria pubblica dove Friulia, la finanziaria regionale della regione Friuli Vg, ha il 72,96%, la Regione Veneto il 4,8% e tra i maggiori soci privati c’è anche la Infrastrutture Cis, con il 4,2% (società che vede tra i suoi azionisti anche il fondo f2i). Di Autovie è pure la A28, Portogruaro-Conegliano e il pezzo della A23 da Palmanova a Udine. Poi c’è la A22, Modena-Brennero, controllata dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige che ne ha il 32,28%, ma il pubblico arriva all’84,74%. Con Trento e Bolzano che tra Comune, Province, Regione e Camere di Commercio arrivano a governare il 55,65% delle quote. E tra parentesi anche qui vediamo Infrastrutture Cis, che nella A22 ha oltre il 7% del capitale. Infine Cav, la società paritetica che tiene la concessione del Passante di Mestre e il pezzo finale di A4 da Padova Est al casello di Venezia, dove figurano Anas e Regione Veneto con le medesime quote azionarie.

La Holding del Nordest
Dopo le notizie della revoca della concessione ad Aspi i governatori del Nordest hanno iniziato a vagheggiare nuovamente una grande società che gestisca le redditizie strade dei loro territori. Si incontreranno a settembre per parlarne. Anche se i tempi sarebbero lunghi. Senza dimenticare gli elementi a svantaggio di un tale disegno. Il primo scoglio è il fatto che sia la Brennero che Autovie devono risolvere il nodo privati. Per poter aver il rinnovo della concessione entrambe le società deve essere totalmente pubbliche. Il 20% di Autovie in mano ai privati ai multipli attuali vale circa 185 milioni (con un valore della società pari a minimo 8 volte il mol). Quella della A22 più o meno 170 milioni di euro.

 

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