AcegasApsAmga spinge Hera l’utile in crescita a 218 milioni

I dati dei primi sei mesi della multiutility. Fabbri: «Stiamo creando i presupposti per un nuovo sviluppo»

Giorgio Barbieri

Hera chiude il primo semestre dell’anno con un aumento del 16% dell’utile netto a 218,4 milioni, grazie a uno scenario di ridotta volatilità dei prezzi delle materie prime energetiche e al contributo decisivo AcegasApsAmga, la controllata che opera nel Nordest.

L’utile semestrale prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e dell’ammortamento si è attestato a 732,7 milioni con un aumento del 2% su base annua, grazie a tutte le attività principali come il ciclo idrico integrato, la gestione dei rifiuti, la vendita e la distribuzione di energia.

I ricavi risultano invece in calo del 33% a 5,54 miliardi di euro, a causa del calo dei prezzi dell’energia e dei valori inferiori nelle attività di trading.

E nei risultati del primo semestre del Gruppo Hera si inserisce il contributo di AcegasApsAmga che in questi primi sei mesi del 2024 ha registrato un margine operativo lordo pari a 83,2 milioni di euro. Nell’ambito degli investimenti che ammontano complessivamente a 60 milioni di euro, si evidenzia il contributo nell’ambito idrico di circa 22 milioni di euro (+28% rispetto al 2023), destinato a tutti i territori serviti sia per la parte acquedottistica che per la depurazione.

Nello specifico, per quanto riguarda l’area triestina, sono iniziati i lavori per la riduzione delle perdite e l’efficientamento della rete nell’ambito dei progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza con diversi cantieri avviati in parallelo, mentre nel Padovano continuano gli interventi di bonifica e spostamento condotte legate ai cantieri del tram.

Diverse anche le iniziative intraprese da AcegasApsAmga per contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 a Padova, una delle cento città designate dalla Commissione Europea per la “Net Zero Cities Mission”.

«Anche i risultati del primo semestre 2024, con i principali indicatori economico-finanziari in crescita, testimoniano la costante generazione di valore per tutti i nostri stakeholder», spiega Cristian Fabbri, presidente di Hera, «il Mol sale a oltre 732 milioni grazie al contributo delle varie aree di business, e si registra un forte miglioramento del Roi che si attesta al 9,6% - il 10% in più rispetto all’analogo periodo dello scorso anno - confermando appieno una redditività fortemente sostenuta dalla crescita delle attività “strutturali”. Questi progressi, dopo gli straordinari risultati del 2023, evidenziano la capacità del nostro Gruppo di realizzare gli obiettivi del piano industriale, creando i presupposti di un ulteriore sviluppo sostenuto dall’incremento dell’8% del valore degli investimenti».

«La relazione semestrale», aggiunge l’amministratore delegato Orazio Iacono, «evidenzia un significativo incremento di oltre il 16% dell’utile netto di pertinenza degli azionisti, che sale a oltre 218 milioni.

La crescita della marginalità operativa è riconducibile, in particolare, alle ottime performance del business delle reti, che complessivamente portano un contributo al Mol del gruppo di quasi 270 milioni, +11%, grazie in particolare ai servizi di distribuzione energy e al ciclo idrico, e all’accelerazione della crescita dell’area waste che sale a 172 milioni (+5,3%)».

Il Cda ha approvato ieri anche il Climate transition plan che illustra la strategia e l’impegno di Hera per raggiungere il target Net Zero al 2050, «un traguardo che sarà perseguito con riferimento sia delle emissioni di gas serra dirette sia di quelle indirette per arrivare a una riduzione complessiva intorno al 90% al 2050, rispetto al 2019, e la rimozione di tutte le emissioni residue al termine del percorso di decarbonizzazione.

Un ulteriore elemento distintivo della strategia di gruppo che estende così nel lungo termine il proprio impegno ad essere abilitatore della transizione green».

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