La ricetta di Tamburini al Link Media Festival: «La curiosità è il pilastro della professione»
Al direttore del Sole 24 Ore, il premio Crédit Agricole Testimoni della storia 2025

Un Tallero d’argento dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, simbolo di pacifica convivenza fra i popoli, è il riconoscimento, consegnato da Elisabetta Usuelli, responsabile relazioni esterne di Crédit Agricole Italia, a Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore, vincitore del premio Crédit Agricole Testimoni della storia 2025.
Il riconoscimento, promosso da Link Media Festival su impulso dell’istituto e d’intesa con il festival Pordenonelegge, è conferito ogni anno a figure che raccontato il nostro tempo con autorevolezza, rigore e sensibilità.
Fabio Tamburini, infatti, si legge nella motivazione del conferimento, rappresenta una delle voci più autorevoli e apprezzate del giornalismo economico e finanziario italiano. Una voce che, in un mondo spesso caratterizzato da spinte contrapposte e lotte di potere, si è distinta per la sua competenza, il suo equilibrio, la sua indipendenza di giudizio e il suo spirito critico. Non da ultimo, ha anche il grande merito di aver reso molto più accessibili al grande pubblico i temi dell’economia e della finanza, sempre più determinanti per tutti i cittadini.
Dopo la cerimonia, Tamburini ha dialogato con Paolo Possamai, direttore editoriale del Gruppo Nem - Nord Est Multimedia, che edita anche il Piccolo e che con il Piccolo promuove Link Media Festival.
C’è stata la dedica, particolare, che Tamburini ha voluto legare al premio: alla sua famiglia, a quanti nel mondo hanno perso la bussola che orienta alla pace e ai giovani che si accostano alla professione del giornalismo. A loro è rivolto l’invito «a non perdere mai la passione, una passione che deve essere il principale motore per intraprendere e proseguire la professione, accettandone anche i sacrifici, sperimentando continuamente».
Invitato da Possamai a ripercorrere le tappe della sua variegata carriera, che lo ha visto collaborare con un ventaglio di testate e con i principali direttori, quali Paolo Panarai, Eugenio Scalfari, Ezio Mauro, Giulio Anselmi e Ferruccio de Bortoli, ha spiegato di essere «cresciuto professionalmente grazie a loro e ai loro incitamenti a cercare le informazioni non conosciute per raccontarle».
Anche sul futuro dell’informazione, nazionale e internazionale, il direttore del Sole 24 Ore mantiene una posizione ottimista. L’uomo non può essere sostituito dall’intelligenza artificiale. L’essenza della professione è la curiosità che spinge a cercare la notizia, ciò che la macchina, ad oggi, non è in grado di fare. È in grado di rimaneggiarla e ricostruirla, ma non di trovare elementi nuovi.
E il suo rapporto con l’Ai e la multimedialità? Tamburini esprime la «certezza che l’informazione giornalistica attraverso la carta rimane punto di riferimento imprescindibile. Oggi il giornalismo è multimedialità, ma l’elemento umano rimane centrale. Spetta infatti all’uomo attingere informazioni da quanto di meglio la tecnologia possa offrire, suo compito è governarla e gestirla secondo un senso di etica e responsabilità». —
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