La maternità è (anche) burocrazia: dall’idea di una giovane mamma la guida per districarsi in mezzo a congedi, bonus e certificati
Antonia Perra con il suo progetto editoriale e digitale, aiuta i genitori a conoscere strumenti, permessi e bonus troppo spesso lasciati nel cassetto. Ecco com’è nata l’idea di Mamma informa mamma

La gioia di scoprire che la famiglia si allarga, una nuova vita. Tutto bellissimo. Passata l’euforia però, i futuri genitori spesso e volentieri si rendono conto che pure la maternità porta con sé un carico di burocrazia non indifferente e tre quarti, manco a dirlo, è sulle spalle del genitore che il bimbo lo porta in grembo, cioè la mamma.
Certificati di gravidanza, congedi, permessi, bonus, rapporti con i datori di lavoro, un labirinto di cose da sapere che fanno la differenza.
E al corso pre parto non c’è ancora il capitolo burocrazia della maternità.
Ebbene, una giovane donna, mamma di un bimbo piccolo, ha deciso di rompere questa catena di “Non so, ma davvero?, Potrebbe essere…” mettendo a sistema le sue competenze e la sua esperienza, tutto a servizio di chi vuole diventare madre o lo è appena diventata.
Antonia Perra, 30 anni, milanese d’origine, cresciuta a Treviso, si è rimboccata le maniche e, con un’intuizione tutta femminile, ha aperto una pagina Instagram, Mamma informa mamma, divenuta un faro per futuri e neogenitori.
E dopo il primo successo (da 122 mila follower) non si è fermata: è fresco di pubblicazione il suo primo libro “Genitori informati”, (edizioni Programma) una guida pratica per districarsi nel ginepraio della maternità: «Si tratta di un’ idea nata dal desiderio di aiutare tutte le mamme e i papà a orientarsi tra le mille complicazioni della burocrazia», spiega Perra, che lavora al Patronato Uil a Treviso.
«Quando si diventa genitori infatti, il tempo sembra non bastare mai, figuriamoci per districarsi tra leggi, regole, procedure e agevolazioni. Ho pensato di creare una guida chiara, pratica e completa: per accompagnare i genitori e i futuri genitori nella gestione delle principali difficoltà burocratiche legate alla genitorialità e al mondo del lavoro».
Forte della sua esperienza lavorativa, ha di fatto messo a servizio l’uno dell’altra le sue competenze e il suo ruolo di mamma: «Mi sono resa conto fin da subito che, banalmente a partire dal certificato di gravidanza, la burocrazia legata alla maternità è complessa e poco conosciuta anche dagli stessi datori di lavoro.
Prima è nata la pagina Instagram, poi però mi sono resa conto che una guida organizzata in ordine cronologico, dai documenti necessari appena si scopre la gravidanza fino a tutti i bonus disponibili, avrebbe potuto rendere meno tortuosa la vita dei neo genitori».
Antonia Perra sottolinea che purtroppo la normativa spesso utilizza un linguaggio tortuoso, di conseguenza «era necessario renderla di facile comprensione».
Non manca poi di sottolineare che a volte né i consulenti del lavoro né gli uffici personale delle aziende siano così informati in materia di regole sulla maternità. «Sappiamo tutti che diventare genitori in Italia non è semplice.
Negli ultimi anni tra congedi e bonus qualcosa si è mosso, tuttavia sono ancora troppo poche le persone che conoscono a 360 gradi i propri diritti.
Ad esempio ci sono dei bonus che si possono richiedere fino al compimento del quinto mese del bambino e poi basta, ancora troppe persone non ne sono a conoscenza e perdono opportunità importanti. Non sono soldi che cambiano la vita, me ne rendo conto, ma perché perderli? Conosciamo tutti quante sono le spese per un neonato».
Perra non manca di sottolineare la situazione complessa della natalità nel nostro Paese:
«Purtroppo non è solo una questione di mancanza di aiuti economici, il problema è di sistema: si va dal grossissimo problema della precarietà del lavoro alla questione della carenza di servizi e di agevolazioni per le madri lavoratrici.
Ancora troppe donne si licenziano entro il primo anno di vita del proprio bambino. Io con il mio libro ho cercato di dare un contributo per far comprendere quali sono i diritti delle neomamme. Il più sconosciuto, ma utilissimo? Ad esempio in pochissime sanno che è possibile aumentare la maternità obbligatoria fino a 7 mesi in caso di allattamento a rischio.
Il problema è che la normativa è oggettivamente complessa e nemmeno i datori di lavoro la conoscono in pieno. Ecco perché ho sentito l’esigenza di mettere a sistema tutta la mia esperienza di lavoro, per aiutare le altre mamme a vivere la gravidanza e la maternità con un pizzico di serenità in più».
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