Caso Trentini, nuovo incontro a Palazzo Chigi: «Facciamo in fretta per Alberto»

La madre di Trentini, il cooperante veneziano sparito in Venezuela da metà novembre, è stata ricevuta dal sottosegretario Alfredo Mantovano: «Il Governo sta lavorando per noi. Ma temo che mio figlio cada nella disperazione»

La redazione
I genitori di Alberto Trentini
I genitori di Alberto Trentini

Da oltre cinque mesi, i genitori del cooperante lidense Alberto Trentini non si danno pace e smuovono la politica e le istituzioni per cercare di liberare il figlio, detenuto in Venezuela. «Qualche giorno fa la nostra avvocata ed io ci siamo recate a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano. E questo incontro direi che è stato molto utile».

Lo racconta a PresaDiretta su Raitre la mamma di Alberto Trentini, Armanda Colusso, che nei giorni scorsi ha incontrato il sottosegretario con delega ai servizi, Alfredo Mantovano, per avere rassicurazioni sulla liberazione del figlio da oltre 5 mesi recluso in una prigione venezuelana.

L’incontro a Roma

L’incontro, ha detto la donna è stato «utile per capire che il nostro governo sta davvero affrontando i problemi e le difficoltà per liberare Alberto. C’è un impegno molto importante».

Ricordando anche l’interessamento della premier, Colusso ribadisce l’appello alle autorità «di fare in fretta, perché ogni giorno di isolamento in più può minare lo stato di salute fisico e psichico di Alberto. È la nostra più grande preoccupazione. Noi pensiamo che arrivino voci o messaggi. Ma lo supponiamo solamente, perché» chiarisce «non abbiamo certezze. E lo speriamo, perché la nostra paura è che non avendo contatti con l’esterno, si lasci prendere dalla disperazione».

«L’Italia» sottolinea la madre «deve essere fiera di questo ragazzo. Perché voi dovete pensare che io a casa ho una situazione un po’ difficile. Mio marito non sta troppo bene e a volte, preso dalla commozione, dice: chissà se riuscirò a vedere Alberto che torna a casa libero. Perciò» conclude, con commozione «la mia richiesta è: dobbiamo tutti fare qualcosa perché Alberto torni».

La sponda con gli Usa

Intanto, il lavoro diplomatico procede e, nonostante il confronto con il governo di Maduro sia difficile, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto sapere al nostro giornale di star «insistendo tramite tutti i possibili canali di dialogo. Di recente, ho affrontato nuovamente il caso Trentini con il segretario di Stato americano, Marco Rubio».

Non è la prima volta che il ministro e vicepremier Tajani chiama in causa il segretario di Stato Usa: durante il G7 in Canada, nel marzo scorso, infatti, i due avevano affrontato in prima persona la situazione di Trentini.

In questo momento, la sponda statunitense potrebbe giocare un ruolo strategico nella liberazione del cooperante, intervenendo come mediatore tra l’Italia e il Venezuela, considerando i rapporti privilegiati che il nostro Paese ha con gli Usa, resi evidenti anche dall’ultima visita della premier. Tuttavia, la situazione politica ingarbugliata rende il processo di mediazione meno lineare e la partita si fa molto più complessa.

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