Test di Medicina addio: al via le iscrizioni al semestre aperto
Previsti 3 mila posti in più a livello nazionale, in autunno le prove d’accesso. Le matricole devono indicare le sedi universitarie preferite e i corsi affini in caso di mancato superamento degli esami selettivi

Test di Medicina addio. Da lunedì 23 giugno e fino al 25 luglio gli aspiranti medici, odontoiatri e veterinari potranno iscriversi al semestre aperto. La ministra dell’Università della ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il tanto atteso decreto e reso pubblici gli aspetti tecnici del nuovo esame per l’accesso delle matricole al corso di laurea a Medicina chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria.
Il testo è stato pubblicato venerdì sera, giusto in tempo per ufficializzare l’avvio delle iscrizioni al semestre aperto, fissare in 250 euro la tassa di iscrizione a tale percorso e le date dell’esame di profitto che si terrà i prossimi 20 novembre e il 10 dicembre, alle 11. Trattandosi di una rivoluzione a metà, permane il numero programmato delle matricole, mentre le immatricolazioni slittano agli inizi del prossimo anno.

La riforma non gode di particolari consensi nelle università, dove si teme di dover fare i conti con elevati accessi al semestre aperto e a un numero di immatricolazioni superiore rispetto a quelli programmati. In ballo ci sono ulteriori 3 mila posti da distribuire nei vari atenei, a livello nazionale.
La nuova organizzazione del test di accesso richiede spazi ampi di cui non tutte le università dispongono. Non a caso molti atenei si preparano ad affittare cinema o sale convegni di una certa capienza.
Il semestre aperto
La vera novità della riforma è caratterizzata dal semestre aperto, con accesso libero, e dalla contemporanea iscrizione a un altro corso di laurea affine individuabile tra quelli delle classi in Biotecnologie, Scienze biologiche, laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia e Farmacia industriale, Scienze zootecniche e tecnologie delle produzioni animali.
A questi si aggiungono alcuni corsi tra quelli delle professioni sanitarie. L’iscrizione al primo semestre del corso affine è gratuita e non vincolata alla frequenza obbligatoria. Da martedì 24 giugno, quindi, la domanda potrà essere inoltrata attraverso la piattaforma online www.universitaly.it
Ciascun studente dovrà indicare la sede in cui intende frequentare il semestre aperto, almeno nove altre sedi alternative, unitamente ad altre dieci sedi preferite per l’iscrizione, nel secondo semestre, alla laurea affine, questo nel caso in cui l’allievo non superi la prova. Tre gli insegnamenti chiave, comuni in tutta Italia, del semestre aperto: Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia. Ciascuna materia permetterà di ottenere sei crediti formativi (Cfr) che saranno riconosciuti anche nell’eventualità dell’immatricolazione al corso affine.
Trattandosi di programmi didattici comuni, il ministero ha elaborato i programmi di studio delle tre materie (sillaby) che ogni docente dovrà declinare nelle rispettive sedi. Il semestre aperto potrà essere ripetuto tre volte.

La graduatoria
La prova consiste in 31 domande a cui gli studenti dovranno rispondere, in 45 minuti, per ognuna delle tre materie affrontate nel semestre filtro: 15 a risposta multipla con 5 opzioni di risposta e 16 a completamento.
Gli elaborati saranno corretti da una specifica commissione in ogni università. I punteggi conseguiti, minimo 18 - massimo 30, saranno validi per la formazione della graduatoria nazionale che verrà scorsa prima dell’avvio del secondo semestre.
Gli studenti non ammessi potranno proseguire gli studi al corso di laurea affine. Lo scorrimento della graduatoria non consente di dare per certa l’immatricolazione degli ammessi a Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina veterinaria nella stessa sede dove gli studenti frequenteranno il semestre aperto.
Lo stesso vale per i corsi di laurea affini. Sono proprio i trasferimenti a corsi avviati e le conseguenti difficoltà a trovare alloggi a preoccupare i rettori, secondo i quali a pagare il prezzo più alto saranno i ragazzi, le loro famiglie e la qualità della didattica.
La ministra lo esclude e ricorda che con queste modifiche verranno meno i corsi di preparazione ai test anche se, facendo una rapida ricerca in rete, c’è già chi propone, magari solo per tre giorni, corsi per superare il semestre aperto.
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