Perché i nuovi filtri dell’Agcom non ci salveranno mai davvero dalle telefonate dei call center

Le associazioni dei consumatori del Veneto e Friuli Venezia Giulia unite nel chiedere normative più efficaci, sanzioni certe, campagne informative. Lo stop ai contratti siglati al telefono rischia di punire solo chi opera in Italia: “Le chiamate non spariranno, serve di più”

Giacomina Pellizzari, Nicola Brillo
Sono oltre 30 milioni gli italiani iscritti al registro delle opposizioni
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Una buona, seppur parziale, buona notizia c’è. Dal 19 agosto le chiamate moleste subiranno una battuta d’arresto per effetto dell’installazione dei nuovi filtri di rete imposta, agli operatori telefonici, dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).

La lotta al telemarketing inizierà dopo Ferragosto e si articolerà in due fasi: quella che prenderà il via il 19 agosto prevede il blocco delle chiamate dall’estero in entrata da finti numeri fissi, mentre quella che scatterà il 19 novembre, arginerà le chiamate sempre in arrivo dall’estero da finti numeri di telefonia mobile. I filtri consentiranno agli operatori di controllare in tempo reale se la chiamata arriva da un numero falso.

 

Al momento non è possibile dire con certezza se tutto questo basterà ad evitare a ciascuno di noi di finire nelle maglie dello spoofing, il fenomeno che sfrutta la manipolazione del numero chiamante per raggirare l’utente e i controlli, quello che è certo è che si tratta di un passo molto atteso dall’utenza.

Le associazioni dei consumatori in Veneto

Una buona notizia per quanti sono tartassati dai call center, ma le associazioni dei consumatori venete invitano alla calma: «Attendiamo l'applicazione della norma, i molestatori telefonici vanno a velocità doppia rispetto alla normativa».

«Le misure rappresentano un passo importante nella protezione della privacy e nella riduzione delle chiamate indesiderate e fraudolente, ma invitiamo a mantenere alta l'attenzione su alcune criticità legate all'applicazione pratica e alla tutela complessiva dei cittadini», spiega Jacqueline Temporin Gruer, presidente di Adiconsum Veneto. L'associazione ha partecipato attivamente alla consultazione nazionale, contribuendo con segnalazioni di cittadini e portando il punto di vista degli utenti al tavolo tecnico di AgCom.

Ora Adiconsum Veneto invita a tenere alta l'attenzione. Come ad esempio sulle misure attive che riguardano solo chiamate dall'estero (i call center nazionali, anche se abusivi, potranno sfuggire ai nuovi filtri); complessità del filtro sui numeri mobili (il sistema prevede controlli in tempo reale tramite database, ma resta da verificare l'efficacia e se impedirà falsi negativi o blocchi ingiustificati); attuazione e sanzioni; mancanza di misure informative per i consumatori. «Ora devono essere attuati celermente ed efficacemente dei filtri, con controlli stringenti da parte di AgCom e monitoraggio costante della loro efficacia - prosegue la presidente -. Occorre introdurre una semplificazione delle segnalazioni da parte dei cittadini, attraverso strumenti digitali intuitivi e campagne informative, anche con focus territoriale e potenziate le risorse anche regionali e provinciali dedicate al controllo e al supporto delle segnalazioni, riducendo i tempi di risposta e aumentando trasparenza e efficacia».

Adico Associazione Difesa Consumatori di Mestre ha realizzato una stima su quante chiamate in media un cittadino veneto deve "subire" dai call center. Prendendo il territorio del comune di Venezia, ogni giorno calano dall'etere 410mila chiamate e offerte commerciali (la media è di 4 telefonate per i possessori di cellulare sopra i 18 anni), attraverso telemarketing selvaggio dal vivo o voci registrate. A livello regionale sono milioni al giorno.

 «Cifre da capogiro – commenta Carlo Garofolini, presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori -. Pensare a una vittoria fintantoché non avremo il modo di collaudare sul campo l'iniziativa, è sbagliato: perché ad oggi abbiamo visto come tutte le iniziative sono state raggirate. Possiamo apprezzare il fatto che oggi c'è una sensibilità diversa, anche se troppo tardi. I truffatori al cellulare vanno a una velocità doppia rispetto alle norme e sanzioni». Adico ha fatto anche un identikit delle vittime di raggiri. Si tratta principalmente di persone anziane che vivono da sole e non sono seguite, ma non mancano anche famiglie truffate da falsi sms della banca e corrieri. «Ogni volta che seguiamo un truffato e segnaliamo alle varie autorità il caso, i tempi burocratici sono troppo lunghi», aggiunge Garofolini.

Le associazioni dei consumatori in Friuli Venezia Giulia

«Riforma ambiziosa ma non risolutiva». Pur apprezzando lo sforzo fatto per arginare le telefonate moleste, anche le associazioni dei consumatori del Fvg  temono che non basterà a eliminare il fastidioso fenomeno. «La norma – esordisce Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi – blocca solo chiamate provenienti dall'estero con numeri falsi; i truffatori nazionali potranno sempre agire da numerazioni italiane reali. Più complesso il controllo delle telefonate da numerazione mobile che richiederà un'integrazione con database ministeriali per distinguere tra un utente in roaming e un numero spoofato; il rischio di falsi positivi o "buchi" esiste dunque».

Puschiasis fa notare che «i telemarketer legittimi non falsificano il numero e quindi continueranno a chiamare». La misura, inoltre, «non incide sul consenso o sulla frequenza delle chiamate lecite. L'ultimo punto, forse quello più critico di tutti, è l'assenza nella nuova normativa di sanzioni dirette agli operatori esteri: l'Agcom può sanzionare solo chi viola le norme italiane, gli operatori stranieri restano difficilmente perseguibili».

E se indubbiamente «è la prima volta che vengono previsti in Italia filtri tecnici per neutralizzare lo spoofing stante l'inefficacia del Registro delle opposizioni o codici di condotta, tuttavia «non si può parlare di fine del telemarketing aggressivo. Le chiamate con numeri italiani legittimi proseguiranno: i truffatori potrebbero adattarsi, usando numeri realmente acquisiti o tecnologie alternative». Secondo Puschiasis, insomma, «serve uno sforzo coordinato: sanzioni effettive, collaborazione internazionale, incentivi per operatori onesti e una campagna di sensibilizzazione per insegnare ai cittadini come riconoscere e segnalare eventuali abusi».

Ecco perché Consumatori attivi sostiene la petizione online, che ha già superato le 100 mila firme su change.org, per dichiarare illegittimo il telemarketing nel settore energetico, togliendo validità ai contratti siglati al telefono e chiedendo l'istituzione di un fondo per risarcire le vittime delle truffe. Altrettanto perplessa sulle ricadute del freno imposto da Agcom si dimostra Erica Cuccu, delle segreteria regionale di Federconsumatori: «Per bloccare le telefonate moleste – sostiene – è indispensabile rendere inutile il telemarketing dichiarando illegittimi i contratti sottoscritti al telefono». Cuccu si sofferma sui report della transazione per dire che dal momento dell'apertura del contratto alla firma passano non più di 10 secondi, un tempo che rende impossibile la lettura e la comprensione delle clausole.

«A parer nostro – insiste Cuccu – bisogna eliminare la possibilità di proporre contratti al telefono per tornare a una firma su carta che può essere rispedita in formato jpg». Solo in questo modo le aziende eviteranno di contattare i cittadini al telefono e di proporgli sottoscrizioni attraverso un codice inviato via telefono: «Limitando questo tipo di contrattualistica il telemarketing si autoelimina da solo», ripete la referente di Federconsumatori nel ricordare che alcuni utenti ricevono dalle 15 alle 20 telefonate al giorno. Bloccare il telemarketing non significa limitare la sottoscrizione dei contratti online, «soprattutto se la procedura viene effettuata attraverso i siti delle aziende dove il cittadino inserisce autonomamente i propri dati», conclude Cuccu

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