Le Colline del Prosecco si candidano a “Città Italiana del Vino 2026”
Conegliano e Valdobbiadene guideranno la candidatura dei 14 Comuni dell’area Unesco. Caner: «Un’occasione per raccontare al mondo il legame tra vino, paesaggio e innovazione»

Le Colline del Prosecco, o se vogliamo dell’Unesco, non si candidano soltanto a “Capitale italiana della cultura 2028, con Pieve di Soligo, ma prima ancora, a “Città italiana del vino 2026”. In questa prospettiva, le due città sarebbero Conegliano e Valdobbiadene.
Il sostegno
L’assessore veneto all’Agricoltura Federico Caner ha infatti annunciato il sostegno della Regione alla candidatura di 14 Comuni dell’area di Conegliano e Valdobbiadene a “Città Italiana del Vino 2026” promossa da Recevin – Rete europea delle Città del vino. Caner fa sapere che «il cuore dell’area produttiva del Prosecco Docg darà vita a un ricco calendario di eventi con al centro i giovani, capaci di raccontare al mondo il legame profondo tra vino, paesaggio, sostenibilità e innovazione».
E come nel caso della candidatura a Capitale della cultura, promossa da Pieve di Soligo, anche per la Città del vino saranno messe in rete istituzioni, associazioni, scuole e imprese, «rafforzando l’immagine di un Veneto che non solo produce eccellenze, ma le vive e le valorizza come patrimonio condiviso».
Dall’istituto Cerletti di Conegliano e dalla vicina Università di Padova fino all’Associazione per la promozione delle Colline Unesco con sede a Villa dei cedri di Valdobbiadene. Passando in prima istanza per l’Unpli che promuove la Primavera del Prosecco. Oltre che per il Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Vino sì, ma anche bellezza. Anzi, bellezze al plurale, insiste Caner.
Simbolo di qualità e bellezza
«Le colline di Conegliano e Valdobbiadene sono simbolo mondiale di qualità e bellezza, un luogo in cui la cultura del vino si intreccia con la storia, l’arte, il paesaggio e i viticoltori, custodi di un saper fare tutto veneto.
La candidatura a Città Italiana del Vino 2026 è molto più di un titolo: è la celebrazione di un territorio che ha saputo trasformare la propria tradizione in un paradigma di qualità e bellezza», sottolinea, «e la Regione non può che sostenere questa istanza».
L’assessore regionale prendere a prestito, dal presidente della Regione, Luca Zaia, l’opportunità data dalle Olimpiadi che «porteranno lo sguardo del mondo sul nostro patrimonio culturale e paesaggistico, mentre Conegliano celebrerà i 150 anni della scuola enologica Cerletti, la più antica d’Italia, simbolo di eccellenza formativa e di innovazione nel mondo del vino».
Ebbene, conclude Caner, «grazie anche alla candidatura a Città del vino, questo territorio può diventare la porta attraverso cui raccontare al mondo la nostra identità, i nostri paesaggi, le nostre eccellenze vinicole e la nostra capacità di accogliere con autenticità».
Le iniziative
“Città Italiana del vino” è finalizzata alla promozione e realizzazione di un programma annuale di attività enoturistiche, culturali, ambientali, socio-economiche, formative e di sensibilizzazione presso il pubblico più vasto, relativo al mondo del vino nelle sue molteplici declinazioni, che risponda a criteri oggettivi in merito alla qualità del programma stesso che viene presentato dalla Città candidata o da Città capofila di un gruppo di Città omogenee per area territoriale e vitivinicola, da qui in poi denominato genericamente “Città”.
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