La Mare Ionio non è più sola: arriva Mediterranea, una seconda nave per salvare i migranti
La ong Saving Humans raddoppia la sua flotta e presenta la nuova nave di 54 metri di lunghezza, 12 di larghezza per 1.060 tonnellate di stazza

Si sono dati appuntamento oggi pomeriggio, sabato 16 agosto, in mare aperto, nelle acque internazionali del Mediterraneo.
Da una parte l’azzurro della Mare Ionio, dall’altra la rossa Mediterranea, la nuova nave, partita da Trapani, della ong Mediterranea Saving Humans che ha raddoppiato la sua flotta.
Tutti in mare per festeggiare il debutto della “sorella maggiore”, la nuova imbarcazione ceduta dalla no profit tedesca Sea Eye che raddoppia la “forza” dei salvataggi dell’organizzazione italiana.
Bandiera tedesca
Una nave di 54 metri di lunghezza, 12 di larghezza per 1.060 tonnellate di stazza con a bordo due mezzi veloci di soccorso, gommoni a sgancio rapido, e anche un ospedale di bordo con due medici e un infermiere.
E capace di ospitare almeno duecento naufraghi per viaggio, molto più della Mare Ionio. È arrivata nelle settimane scorse a Trapani dalla Spagna e dopo l’allestimento ora inizia la sua missione. Ma stavolta batte bandiera tedesca l’ex Sea Eye 4, forte delle certificazioni per lo Stato e il registro navale tedesco come imbarcazione di soccorso in mare.

«Un modo per evitare tutti i lacci burocratici del governo italiano che ha cercato di fermare in questi anni la Mare Ionio e le barche di appoggio. Da domenica si comincia: siamo operativi per i primi soccorsi», ribadisce il veneziano Beppe Caccia che è sulla nave come capo missione e ha fondato la Ong assieme a Luca Casarini. L’ex leader mestrino dei centri sociali del Nordest è oggi votato al salvataggio dei migranti che cercano la fortuna in quel cimitero che è il mare Mediterraneo. Casarini ieri era sulla Mare Ionio con, tra gli altri, don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo.
Con Caccia sulla nuova “Mediterranea” è invece presente un equipaggio di 23 persone, che parla anche stavolta tanto veneto.
L’equipaggio
Oltre al capo missione Beppe Caccia la prima missione di “Mediterranea” vede infatti la presenza di Denny Castiglione, moglianese, che oggi è una certezza delle missioni di soccorso della Ong, in prima fila per i salvataggi con i gommoni. E poi per il gruppo di medici di bordo, ecco Mimmo Risica, all’anagrafe Giuseppe.
È l’ex primario di Cardiologia all’ospedale civile di Venezia che ha già lavorato con Emergency di Gino Strada nel Sudan e che nel 2014 fu il primo medico a salire su una nave di soccorso in mare.
Con loro anche una new entry, la giovane Cecilia Casalini, rodigina trapiantata a Cortina che ha il ruolo, tutto nuovo, di “protection officer”. Si occuperà di tutti gli aspetti legali di aiuto ai migranti salvati: la ricostruzione delle loro storie, le loro testimonianze di abusi e violenze nei lager libici e assisterà i migranti una volta arrivati al porto, per le procedure con il governo italiano. La Casalini ha lavorato per le Nazioni Unite e ha studiato alla Scuola Superiore Sant’Anna.
Il messaggio di Casarini
«In mare ci si aiuta. Si coopera per rendere più efficaci i soccorsi visto che continuano a morire innocenti. Il governo lo deve capire, invece di farci la guerra», ci dice Luca Casarini. Ed è importante la collaborazione tra Ong per, spiega, «rendere il soccorso civile in mare più efficace e più forte, nella speranza e nella volontà di mettere fine alle morti nel Mediterraneo, un mare sempre più trasformato in un confine letale. Come diciamo sempre: prima si salva, poi si discute».
Dopo l’ultima tragedia di Lampedusa ha lanciato un messaggio chiarissimo al governo Meloni. Occorre «diramare gli alert in tempo per salvare i migranti».
Il gruppo della Ong sarà a Venezia ai primi di ottobre per il Festival “A Bordo!”che si terrà a Marghera, presso il Centro Rivolta, dal 2 al 5 ottobre. Sui parlerà di Mediterraneo ma anche delle missioni in corso da anni in Ucraina. Con tanti ospiti di Ong europee. —
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