Laureati a Nord Est: Trieste fa meglio della media Ue, perde posizioni Treviso
L’Italia con il 31,6% fra gli under 40, è sotto la media continentale nel report Openpolis. Balzo di Padova, cresce Udine ma pesano ancora le condizioni socio-economiche di partenza

Trieste supera la media europea dei giovani con un titolo di laurea, Padova insegue compiendo un balzo significativo, mentre Treviso e Pordenone segnano una leggera flessione. Sono questi i dati più evidenti che emergono dal quadro tratteggiato dalla fondazione Openpolis sui laureati a Nord Est, in base a dati Eurostat e Istat.
Il quadro si inserisce in un contesto nazionale tutt’altro che lusinghiero. L’Italia, infatti, è ancora agli ultimi posti tra i Paesi dell’Unione europea rispetto al numero dei giovani laureati con un tasso del 31,6%.

Il confronto europeo
Nel 2024, la media dell’Unione europea ha raggiunto il 44,1% di giovani adulti con un titolo terziario. Un dato in crescita e sempre più vicino all’obiettivo del 45% fissato dal Consiglio Ue per il 2030. In Italia, pur essendo in lieve aumento rispetto agli anni precedenti (30,6% nel 2023 e 29,2% nel 2022), il tasso resta ben al di sotto della media continentale, posizionando il nostro Paese al penultimo posto, appena sopra la Romania (23,2%).
Per dare un metro di confronto, in Irlanda quasi due giovani su tre (65,2%) hanno conseguito una laurea o un titolo equivalente. Poco sotto il Lussemburgo, con il 63,8%.
A livello territoriale le differenze sono importanti e restituiscono una dinamica abbastanza nitida delle spaccature esistenti lungo la tutta penisola. Tuttavia, limitandosi a questa parte d’Italia, il Nord Est, il divario arriva a superare i 20 punti percentuali.
Vediamo un po’ di numeri nel dettaglio, provincia per provincia.
Friuli Venezia Giulia
In Friuli Venezia Giulia svetta Trieste con il 45,9% di laureati tra i 25 e i 39 anni, seconda a livello nazionale, dopo la città metropolitana di Bologna.
A seguire c’è Udine che arriva al 38,4% di laureati, in crescita rispetto al 2023 quando la percentuale si fermava a 33,9.
In fondo, a lunga distanza, Gorizia e Pordenone, rispettivamente 27,3% e 24,4%. Con la seconda che, insieme a Treviso, è l’unica a segnare una diminuzione rispetto ai numeri di sette anni fa. Impossibile non notare come nelle città in cui sono presenti poli universitari il numero dei laureati è nettamente più alto. Un aspetto peraltro prevedibile.
Veneto
Analoga la tendenza in Veneto. Dove Padova, con la sua storica università fondata nel 1222, tocca il 41,1% dei giovani laureati. Un dato ancor più rilevante - seppur sotto la media europea - se confrontato con quello del 2018 quando i laureati nella provincia euganea erano il 31,1%. Un balzo in avanti decisamente molto importante per l’ateneo e per il capoluogo euganeo.
A seguire c’è Verona con il 38,8% di laureati e poi Venezia con il 32,1%. In entrambe le province si segna un incremento rispetto a sette anni fa. Nella parte bassa della classifica, in ordine, ci sono Vicenza (31,6%), Treviso (29,2%), Belluno (28,3%) e Rovigo (27,3%). Da evidenziare la flessione della Marca trevigiana (nel capoluogo è presente con alcuni corsi l’Università di Padova), dove nel 2018 la percentuale parlava del 31,3%. Un calo di oltre due punti percentuali.
Le condizioni di partenza
A pesare sui dati, secondo gli analisti di openpolis, oltre ai fattori territoriali, è ancora oggi la condizione socio-economica di partenza. Una recente analisi dell’Ufficio valutazione impatto del Senato ha confermato, in linea con la letteratura internazionale, che gli studenti provenienti da contesti svantaggiati hanno una probabilità significativamente inferiore di iscriversi all’università rispetto ai loro coetanei più abbienti. In questo senso, è eloquente un’indagine dell’Istat, del luglio dell’anno scorso, sui livelli di istruzione e i ritorni occupazionali.
Secondo la ricerca, infatti, quando i genitori non hanno il diploma, quasi un giovane su 4 (23,9%) abbandona precocemente gli studi e solo il 12% raggiunge la laurea o un altro titolo terziario.
Al contrario, se almeno un genitore è laureato, la percentuale di abbandoni precoci della scuola scende all’1,6%, mentre quasi il 70% arriva a laurearsi. Segno che c’è ancora tanta strada da fare.
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