Caldo torrido, stop al lavoro nei cantieri: cresce la mappa delle regioni che fermano le attività

In Friuli Venezia Giulia la Fim Cisl denuncia condizioni insostenibili per i metalmeccanici, mentre il Veneto adotta le prime misure anti-caldo. Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna e Abruzzo già in campo con ordinanze che vietano il lavoro nelle ore più calde

La redazione
Allarme caldo nei cantieri
Allarme caldo nei cantieri

L’estate si sta rivelando sempre più pericolosa per i lavoratori del Nordest, messi a dura prova da temperature torride che trasformano cantieri e fabbriche in vere e proprie fornaci.

A lanciare l’allarme è la Fim Cisl del Friuli Venezia Giulia, che segnala condizioni sempre più critiche all’interno degli stabilimenti metalmeccanici della regione, dove il caldo soffocante sta rendendo insostenibili i turni di lavoro.

L’allarme caldo 

"Non tutte le imprese mostrano attenzione", denuncia il segretario generale della Fim Cisl Fvg, Pasquale Stasio, evidenziando come solo dove è attiva la presenza sindacale si riescano ad applicare misure minime di tutela: spostamenti di orario, pause aggiuntive, distribuzione di acqua e dispositivi di raffrescamento. Dove il sindacato manca, invece, i lavoratori si trovano spesso senza tutele concrete.

La Fim Cisl chiede con forza interventi strutturali e un piano condiviso tra istituzioni, imprese e sindacati per affrontare quella che ormai è un’emergenza ricorrente. Il sindacato ha diffuso in questi giorni ai propri delegati la guida «Lavorare al caldo», con consigli e indicazioni pratiche su come ridurre i rischi legati alle alte temperature nei luoghi di lavoro.

Se in Friuli si attende ancora una risposta istituzionale concreta, dal Veneto è già arrivato un primo segnale. Di fronte all’ondata di calore che sta investendo la regione, il Presidente Luca Zaia ha firmato un decreto che recepisce le "Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare" approvate dalla Conferenza delle Regioni.

Il provvedimento raccomanda ai datori di lavoro di limitare o sospendere le attività nelle ore più calde della giornata, prevedere rotazioni del personale per ridurre i tempi di esposizione, garantire idratazione costante, sorveglianza sanitaria e l’adozione di abbigliamento e dispositivi di protezione adeguati.

I provvedimenti per tutelare i lavoratori

Particolare attenzione viene richiesta per i lavoratori all’aperto o in ambienti non climatizzati. Le fasce orarie più critiche dovranno essere individuate utilizzando indici scientifici riconosciuti a livello internazionale, come il WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) e il PHS (Predicted Heat Strain), e gli strumenti messi a disposizione sui portali Agenti Fisici e Worklimate.

Nel pomeriggio di oggi, martedì primo luglio, è prevista a Venezia una riunione del comitato regionale di coordinamento, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali e datoriali, per valutare ulteriori misure. Il decreto, consultabile sul sito della Regione e sui portali delle Aziende ULSS, potrebbe essere integrato con provvedimenti ancora più stringenti se l’ondata di calore dovesse intensificarsi.

Le altre regioni in Italia

L’emergenza caldo non riguarda solo il Nordest: in tutta Italia le Regioni stanno adottando provvedimenti per tutelare i lavoratori più esposti alle temperature estreme.

In Lombardia, dal 2 luglio al 15 settembre, sarà vietato il lavoro all’aperto tra le 12:30 e le 16:00 nei cantieri edili, cave, aziende agricole e florovivaistiche, nei giorni in cui il sito Worklimate segnalerà un livello di rischio "alto". "La nostra priorità è la tutela della salute dei lavoratori", ha dichiarato il presidente Attilio Fontana, annunciando l'ordinanza.

Stessa linea in Abruzzo, dove fino al 31 agosto sarà vietato lavorare all’aperto nelle ore più calde nei settori agricolo, florovivaistico ed edile. "Una misura necessaria per garantire la sicurezza dei lavoratori più esposti", ha spiegato l’assessore Tiziana Magnacca.

Anche in Emilia-Romagna è scattato lo stop alle attività nei settori agricolo, florovivaistico, edile e della logistica, tra le 12:30 e le 16:00, nei giorni di caldo estremo. Il provvedimento, in vigore fino al 15 settembre, punta a garantire omogeneità e tutela su tutto il territorio.

In Sardegna, la presidente Alessandra Todde ha firmato un’ordinanza che vieta il lavoro all’aperto negli stessi settori e con le stesse modalità, nei giorni in cui il sistema Worklimate indicherà rischio "alto". "Dobbiamo ridurre lo stress termico e prevenire gravi conseguenze per i lavoratori", sottolinea la Regione.

 

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