Grandi delitti a Nord Est: il sequestro Tassitani e il suo tragico epilogo

È la sera di mercoledì 12 dicembre 2007, l’aria è quella frizzante e carica di aspettative che preannuncia il Natale, con le luminarie già accese e un clima di festa alle porte. Iole Tassitani, 40 anni, esce dallo studio notarile del padre, in via Cappuccini a Castelfranco Veneto (Treviso), dove lavora come impiegata. Un saluto alla mamma, poi alle 20.15 il rientro verso casa, in via delle Forche. Di lei si perdono da quel momento le tracce. Le sue ultime parole sono affidate a un messaggino. E in questa tragedia il telefonino ha un ruolo centrale, fa irruzione forse per la prima volta in modo così importante e decisivo in un caso criminale. “Sono stata parità, aiuto” è l’Sms che alle 20.46 di quel mercoledì arriva al cellulare dell’amica Annalisa. La donna legge e resta sorpresa: deduce che “parità” sia uno scherzo del t9, il meccanismo di scrittura veloce allora in uso, e conclude che uno scherzo sia l’intero messaggio “sono stata rapita”. “Pensavo intendesse rapita dal lavoro”, racconterà in seguito. Sabrina Tomè racconta il sequestro Tassitani nel primo volume della collana “True Crime a Nordest”, ossia “Grandi delitti”. Lo trovate in edicola a 8,90 euro

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