Crisi istituzionale in Croazia fra capo dello Stato e premier

ZAGABRIA Milanović vs Plenković: no, non è l’annuncio di un incontro di pugilato, ma poco ci manca. Lo scontro istituzionale ai massimi vertici politici in Croazia sta scuotendo l’opinione pubblica che guarda un po’ imbarazzata, a quanto sta accadendo in queste ore nei palazzi che contano.
Il presidente della Croazia Zoran Milanović ha accusato nel corso di una diretta televisiva il premier Andrej Plenković di architettare un attacco all’ordine costituzionale. Il motivo del contendere è la nomina del nuovo capo degli 007 militari che secondo Milanović, che cita la Costituzione, spetta a lui in veste di capo delle forze armate, mentre Plenković sta tentando di insediare un suo uomo che risponderebbe al ministro della Difesa, Mario Banožić (altro politico poco amato dal capo dello Stato) e quindi al governo e non direttamente al capo dello Stato. In particolare Milanović ha sottolineato che «in quanto Presidente della Repubblica e allo stesso tempo Comandante Supremo delle Forze Armate della Repubblica di Croazia, esorto il governo a non farlo perché sarò costretto a reagire secondo i miei poteri» e ha aggiunto che il direttore dell’Agenzia militare deve essere nominato come previsto dalla Costituzione croata: con l’accordo del Presidente della Repubblica e del primo ministro, previo parere del Parlamento croato. «Qualunque cosa al di fuori di quella procedura costituzionale rappresenta una violenza politica che minaccia l’ordine democratico nel Paese». Milanović ha concluso il suo discorso invitando il primo ministro a fermare la politicizzazione dell’esercito e dell’agenzia militare, che apparentemente intende attuare attraverso il ministero della Difesa.
Dopo che il premier si è rifiutato di coordinare e concordare con il Presidente della Repubblica la nomina di un nuovo direttore, l’adozione di tale decisione lascerebbe i servizi segreti militari senza un direttore a lungo termine, e il coordinamento dei lavori e la firma del gli atti di competenza dell’Agenzia sarebbero lasciati a una persona designata dal ministro della Difesa. In tal modo, i servizi militari rimarrebbe esclusivamente sotto il controllo del ministro della Difesa e del governo, e al Presidente della Repubblica sarebbe impedito di coordinare e dirigere i lavori degli 007 con le stellette, che è suo dovere costituzionale.
Plenković, da parte sua getta acqua sul fuoco. «Non c’è alcuna violazione della Costituzione da parte del governo. L’asserzione riguardo a un complotto politico è infondata», ha detto il premier. Premier che ha anche parlato della presunta violazione della Costituzione per la quale è stato criticato da Milanović. «Mijo Validžić è stato proposto come capo del dell’intelligence militare. È un membro dell’unità antiterrosimo Lučko, un ufficiale dell’Esercito recentemente nominato nel contesto del sistema d’intelligence del ministero della Difesa. Riguardo a questa persona, Milanović afferma: “Lo si butta oltre il recinto”. Al contrario, in base alla carriera di questa persona, il ministro della Difesa e il sottoscritto stanno proponendo una persona che non ha alcun coinvolgimento nella politicizzazione dei servizi», ha aggiunto. Ribadendo di non volerlo incontrare di persona in assenza di scuse per «le continue offese», Plenković ha proposto al Capo dello Stato di trovare un compromesso sulla nomina del direttore del servizio segreto militare per il tramite di emissari che dovrebbero cercare un accordo. E la telenovela in divisa continua
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