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Voci di giovani che danno valore ai nostri Parchi

Cinque Parchi Regionali del Veneto, cinque volti, un’unica visione: custodire il nostro territorio e costruire futuro.

C’è una nuova generazione che ha scelto di vivere nella natura, non per fuggire dal mondo, ma per abitarlo in modo diverso. Che sceglie di sporcarsi le mani di terra e del latte caldo appena munto, di percorrere chilometri a piedi o in trattore. Una generazione che ha compreso che il futuro nasce solo da un presente pienamente consapevole.

Sono giovani agricoltori, allevatori, produttori, regolieri: ragazzi e ragazze che ogni giorno danno nuova energia e nuovo valore ai Parchi Regionali del Veneto, un patrimonio di biodiversità, cultura e paesaggi straordinari. Insieme, costruiscono un futuro possibile, in cui il lavoro non consuma, ma rispetta, in cui l’innovazione dialoga con la tradizione.

Parco dei Colli Euganei - Alessandro e Alberto in Brodo di Giuggiole.

Tra le dolci colline dei Colli Euganei, dove i campi profumano di memoria e silenzio, Alessandro e Alberto hanno scelto di tornare.

“Dopo anni in prestigiosi studi di architettura, abbiamo lasciato tutto per coltivare una passione antica: le giuggiole, frutti dimenticati che da secoli crescono tra muretti a secco e ulivi.” “La terra ci ha sempre chiamati,” raccontano.

Oggi le loro mani non tracciano più progetti su carta, ma raccolgono giuggiole mature che trasformano in confetture e nel celebre Brodo di Giuggiole: un liquore intenso, profumato, recuperato da antiche ricette contadine, tramandate di generazione in generazione. “Ogni bottiglia è una storia, ogni frutto un ponte tra passato e futuro. Il nostro lavoro è un gesto d’amore: verso le radici, verso una cultura agricola che rischiava di scomparire.”

Parco della Lessinia - Renato che parla alle montagne

Sugli alti pascoli della Lessinia, dove tutto profuma di erba tagliata e aria pulita, Renato porta avanti il mestiere di famiglia. È un malghese, come suo padre e suo nonno prima di lui. Ogni estate, da giugno a settembre, vive in malga, tra animali, fatiche quotidiane e un cielo che sembra non finire mai. “La montagna non la possiedi, la accompagni,” ci racconta, mentre taglia un pezzo di formaggio di Malga, curato con gesti lenti e pazienti. Con l’aiuto della sua famiglia, accoglie i visitatori in un mondo sospeso tra tradizione e natura: formaggi dal sapore autentico, gnocchi di malga, taglieri di salumi, piatti semplici ma pieni di storie. La giornata inizia presto, quando i primi raggi di sole accarezzano le cime e le campane delle mucche si mescolano al canto degli uccelli. Si munge, si lavora il latte, si cuoce, si aspetta.

Ogni azione è parte di un ciclo che si ripete da generazioni, senza fretta, seguendo il ritmo dell’altopiano.

Qui tutto parla di equilibrio: tra uomo e natura, tra fatica e bellezza, tra ciò che si fa e ciò che si tramanda.

E quando alla sera il vento si alza e il cielo si fa rosa, Renato sa che anche quel giorno ha avuto senso.

Parco del Fiume Sile - Carlo e la terra che segue il ritmo dell’acqua

Nel paesaggio lento e generoso del Parco del Sile, tra risorgive, siepi e campi ordinati, Carlo ha scelto una strada chiara: coltivare la terra di famiglia in armonia con l’acqua e con la biodiversità del territorio. Nel suo orto convivono verdure di stagione e sapori antichi. Primo fra tutti, il simbolo della Marca Trevigiana: il Radicchio Rosso di Treviso Tardivo IGP, amato dagli chef e dagli appassionati di cucina per la sua croccantezza e delicatezza. Accanto, cresce un altro tesoro del territorio: l’Asparago Bianco di Badoere IGP, tenero, elegante, prelibato. “Qui l’acqua non è solo risorsa,” racconta Carlo, “è ritmo, respiro, equilibrio.” Un’agricoltura paziente, che ascolta il paesaggio e lo restituisce in forma di sapori autentici.

Parco del Delta del Po - Irene e i segreti dell’acqua

Nel Parco del Delta del Po, dove la terra si mescola all’acqua e ogni cosa segue il ritmo delle maree, Irene ha scelto di restare. È una giovane pescatrice, cresciuta tra valli silenziose e canneti battuti dal vento. “La mia giornata inizia quando il sole non è ancora sorto, e a volte anche prima, nel buio che sa di salsedine e pazienza,” racconta. Per lei, la pesca non è solo un lavoro, ma un modo di leggere il paesaggio, di rispettarlo, di farne parte. Seguire il respiro della natura, riconoscere i segnali del cielo, capire quando l’acqua è pronta: è un sapere antico, tramandato e riscoperto. Irene conosce i fondali, i cicli naturali, i momenti giusti per calare le reti. E mentre lavora, tiene viva una tradizione che oggi guarda avanti: sostenibilità, filiera corta, tutela della biodiversità, legame con il territorio. Tra le eccellenze che cura con più passione c’è la Cozza di Scardovari DOP, primo mollusco italiano a ottenere il prestigioso riconoscimento europeo. Cresce qui, dove il mare incontra il fiume e racconta una storia di sapori, lavoro e rispetto. “Non è solo un mestiere,” dice Irene. “È un gesto quotidiano d’amore verso la mia terra, verso le sue acque, verso chi verrà dopo di me.”

Parco delle Dolomiti d’Ampezzo - Manuel e le Regole del futuro

Tra le vette maestose delle Dolomiti, Manuel è parte delle Regole d’Ampezzo, un’antica comunità che da secoli si prende cura del territorio in modo collettivo, gestendo boschi, pascoli e risorse naturali secondo regole non scritte, ma profondamente condivise. “Le Regole sono il nostro modo di prenderci cura della montagna,” racconta. “Non solo per oggi, ma per chi verrà domani.”Un impegno quotidiano che richiede attenzione, fatica e visione. Tenere puliti i boschi, soprattutto dopo eventi climatici estremi, significa monitorare gli alberi malati, intervenire con tagli selettivi, prevenire incendi e dissesti. Allo stesso modo, la manutenzione degli alpeggi evita che i prati si chiudano e la biodiversità venga compromessa: un lavoro silenzioso e prezioso, che permette alla natura di respirare e di mantenere il suo equilibrio fragile. Qui la montagna non è solo paesaggio: è responsabilità collettiva, tradizione viva e promessa per il futuro.

 

Giovani che tracciano nuovi sentieri

I Parchi Regionali del Veneto sono un delicato intreccio di bellezza. Territori ricchi di vita, in cui i giovani stanno scrivendo nuove storie di tradizione, lavoro, appartenenza. E in ogni scelta consapevole, in ogni prodotto autentico, in ogni passo lento tra sentieri e stagioni, c’è il cuore di un Veneto che guarda avanti.

Vieni a conoscerli. Vieni a viverli.

 

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