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Idrogeno, la Carinzia si prepara al corridoio H2-South: un’opportunità per il territorio e l’industria

Dalla transizione energetica all’economia circolare: la regione austriaca investe su infrastrutture, ricerca e startup per costruire un futuro a emissioni zero
Una regione di confine che guarda lontano. La Carinzia, nel sud dell’Austria, si sta affermando come uno degli ecosistemi europei più dinamici nel campo della sostenibilità ambientale e dell’innovazione industriale. Una nuova conferma arriva con la creazione della prima Hydrogen Valley dell’Austria, un’iniziativa strategica che mira a sviluppare un’intera filiera dell’idrogeno verde, dalla produzione allo stoccaggio e distribuzione, con l’obiettivo di supportare i settori ad alta intensità energetica nella transizione ecologica.

Il progetto si inserisce all’interno del più ampio H2-South-Corridor, un’infrastruttura transnazionale che collegherà il Nord Africa alla Germania passando per Italia e Austria, diventando l’asse portante dell’approvvigionamento europeo di idrogeno verde. In questo contesto, la Carinzia punta a giocare un ruolo da protagonista nella rete europea dell’idrogeno, consapevole dell’importanza di definire fin da subito una visione chiara e investire in infrastrutture adeguate. Il recente vertice regionale sull’idrogeno ha confermato la volontà della regione di posizionarsi come nodo strategico all’interno del futuro corridoio H2-South.

 

La Carinzia parteciperà quindi attivamente alla costruzione della prima Hydrogen Valley dell’Austria, che coinvolge anche le regioni di Stiria e Alta Austria. I progetti attivati coprono l’intera catena del valore dell’idrogeno verde: produzione, trasporto, stoccaggio e utilizzo. Sono previsti nuovi impianti capaci di generare oltre 10.000 tonnellate di idrogeno all’anno, con una domanda stimata in oltre 13.000 tonnellate entro il 2028.
Dei 17 progetti complessivi, cinque verranno realizzati in Carinzia, sei in Stiria e sei in Alta Austria, per un valore complessivo di 578 milioni di euro che gli stati federali si impegnano a investire entro il 2030.

 

L’obiettivo è rendere disponibile l’idrogeno verde già nei prossimi anni, in attesa che le grandi dorsali transfrontaliere entrino in funzione.

A sostenere questa visione è anche il Green Tech Valley Cluster, una rete che riunisce oltre 300 aziende e centri di ricerca tra Carinzia e Stiria, impegnati nello sviluppo di soluzioni industriali sostenibili. “Quello che la Silicon Valley rappresenta per l’IT, la Green Tech Valley lo rappresenta per la green economy”, ha dichiarato Bernhard Puttinger, CEO del cluster. “Qui collaborano imprese, startup e ricercatori in un ecosistema concreto, dove ogni nuova tecnologia viene testata e portata sul mercato”.

Le tecnologie emergenti su cui si concentra il cluster vanno dalle soluzioni per la produzione a zero emissioni all’intelligenza artificiale per la gestione energetica, fino alle applicazioni digitali per la circolarità in settori come plastica, tessile e batterie.

La forza dell’ecosistema carinziano sta anche nella sua apertura. La regione, che confina con il Friuli Venezia Giulia, è oggi una destinazione sempre più attrattiva per talenti, startup e aziende italiane in cerca di un ambiente fertile per crescere in chiave green. “L’accesso all’ecosistema è semplice e concreto, ci sono strumenti di supporto, programmi di accelerazione e una forte disponibilità alla collaborazione”, ha sottolineato Andreas Duller, referente di Regionmarketing Carinthia.

Per chi desidera conoscere meglio le opportunità offerte dalla Carinzia, il sito ufficiale www.carinthia.com mette a disposizione interviste, contatti, white paper e una chat interattiva per ricevere risposte immediate alle prime domande.

 

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