Trump annuncia dazi al 30 % per la Ue: danni fino a 12 miliardi di euro
Il presidente degli Usa ha pubblicato la lettera inviata a Bruxelles: si parte dal primo agosto. Le reazioni in Europa e Italia. Ecco i settori più colpiti secondo la Cgia di Mestre

Donald Trump ha postato su Truth la lettera inviata alla Ue, dove annuncia dazi dal primo agosto al 30%, minacciando di raddoppiarli in caso di ritorsioni.
Intanto la Cgia, in base ai dati dell’Ocse, ha stimato che nel caso i dazi imposti da Trump dovessero rimanere gli stessi di oggi costerebbero all'Italia 3,5 miliardi di euro di mancato export. Se, invece, le tariffe doganali dovessero arrivare al 20%, il danno arriverebbe fino a 12 miliardi di euro.
La prima reazione della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: "Prendiamo atto della lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti Trump". "L'imposizione di dazi del 30 percento sulle esportazioni dell'Ue sconvolgerebbe le principali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito delle imprese, dei consumatori e dei pazienti su entrambe le sponde dell'Atlantico". "Restiamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il primo agosto. Allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell'Ue, inclusa l'adozione di contromisure proporzionate, se necessario".
E la premier Meloni attraverso una nota ufficiale: «Confidiamo nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l'Occidente nel suo complesso, atteso che - particolarmente nello scenario attuale - non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell'Atlantico».
Nella nota si sottolinea che «il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione Europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione Europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni. Ora - è la conclusione del comunicato - è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un'intesa».
I settori più colpiti
L'Italia ha una forte vocazione all'export verso gli Usa (nel 2024 l'importo è stato di 64,7 miliardi di euro) e in attesa che Trump ufficializzi l'intensità dei dazi, le cifre dovranno "misurarsi" con vari interrogativi: i consumatori e le imprese Usa sostituiranno i beni finali e intermedi italiani con quelli autoctoni o di altri Paesi, oppure continueranno ad acquistare prodotti Made in Italy?
Con i nuovi dazi, le imprese italiane riusciranno a non aumentare i prezzi di vendita, contenendo i margini di profitto? Sono domande, osserva la Cgia, di non facile dare una risposta.
Tuttavia, la Banca d'Italia ricorda che il 43% del nostro export verso gli Usa è fatto da prodotti di qualità alta e un altro 49% di qualità media. Pertanto, sono prodotti che, verosimilmente, sono diretti ad acquirenti ad alto reddito che potrebbero rimanere indifferenti ad un eventuale aumento del prezzo.
- medicinali, preparati farmaceutici;
- autoveicoli;
- navi e imbarcazioni;
- macchinari;
- bevande (vini);
- prodotti raffinazione petrolio;
- abbigliamento;
- occhialeria;
- gioielleria e mobili.

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