Parroco Gaza, spero piani militari non siano portati avanti

'La situazione in tutta la Striscia è molto grave'

(ANSA) - BARI, 28 AGO - "Mi piacerebbe incominciare dicendo che la situazione è migliorata ma purtroppo non è così. La situazione è molto grave in tutta la Striscia di Gaza, particolarmente nella città di Gaza. I bisogni di tutta la popolazione sono enormi". E' quanto dichiara il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, in un video affidato all'associazione 'L'isola che non c'è', fondata dal giornalista Franco Giuliano, che ha candidato i bimbi di Gaza al Nobel per la pace. Alla proposta hanno già aderito 330 personalità. "Noi - spiega - continuiamo a servire i nostri rifugiati in maniera diretta, circa 450 persone, famiglie con i bambini. Nessuno sa fino a dove arriverà questa guerra, se i piani che la parte politica e militare hanno dichiarato saranno portati avanti o no. Noi speriamo di no, e che si arrivi a una tregua, a un cessate il fuoco con la liberazione degli ostaggi, l'ingresso consistente di aiuti umanitari e di medicinali. Speriamo e preghiamo per questo". "Però - prosegue - non sapendo cosa accadrà e vedendo soprattutto i nostri anziani, i nostri ammalati, le persone disabili che sono con le sorelle di Madre Teresa, e le altre tante persone che sono a carico nostro qui nella parrocchia del patriarcato latino, dobbiamo continuare a servire Cristo in queste povere persone. E quindi abbiamo preso la decisione di rimanere qui, di aiutare quelli che sono e che saranno in questa parrocchia, un'oasi dello spirito e non solo". "Vi chiediamo ancora - prosegue padre Romanelli - di pregare per la pace, di lavorare per la pace e la giustizia. Il cardinale Pierbattista (Pizzaballa, ndr) e il patriarca Teofilo hanno fatto una dichiarazione molto chiara e speriamo sia accolta: l'appello affinché finisca questa guerra finisca. Anche Papa Leone ieri ha detto chiesto la fine della guerra". "Speriamo - sottolinea - che le persone di buona volontà, che sono tante nel mondo, che di diritto hanno il potere, e che davanti a Dio e al prossimo hanno l'obbligo di fare qualcosa, facciano qualcosa. E quella sarà gloria di Dio per la salvezza e la protezione di ogni essere umano, a prescindere dalla cittadinanza e dalla religione, perché ogni essere umano è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, redenta dal sangue di Cristo". "Una dimensione - conclude - che muove noi missionari a proteggere ogni essere umano ovunque e in ogni circostanza". (ANSA).

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