Safilo-Thelios avanti su Longarone, ma resta il nodo dei posti di lavoro

Al bivio il negoziato sulla cessione dello stabilimento in cui sono occupate 470 persone. La società del gruppo Lvmh ha piani di sviluppo importanti ma non potrà assorbire tutti

Roberta Paolini

La trattativa sulla cessione del sito di Longarone di Safilo è in un punto di impasse. Era chiaro che prima o poi si sarebbe arrivati al nodo della questione vera innescata dal cambio radicale di paradigma che vive ormai da alcuni anni il mondo dell’occhiale di lusso. Safilo, nella sua nota sui dati preliminari, aveva messo nero su bianco quello che in molti temevano, Longarone non è più strategico per un gruppo che ha virato verso un altro segmento di mercato.

Conseguenza, quest’ultima, determinata dalla decisione dei grandi big del lusso di gestire la catena del valore delle maison al proprio interno, investendo direttamente nel design e nella produzione di un oggetto che rappresenta un livello di entrata nel mondo dei brand del lusso: gli occhiali appunto. Thélios, che è la società che per il gruppo Lvmh si occupa dell’eyewear, ha costruito il suo stabilimento di fronte a quello di Safilo.

Ed è in una forte fase di sviluppo da quando sono entrate le maison Dior e Fendi e sta investendo sul made in Italy. Il prezzo dei suoi prodotti giustifica questa scelta strategica. Ecco perché all’indomani della decisione di Safilo di mettere fuori dal perimetro strategico lo stabilimento di Longarone è stato Thelios il primo nome a circolare. Gli indizi c’erano e ci sono tutti, la società continua a crescere a ritmi più veloci del mercato e punta a consolidare la propria leadership nell’eyewear industry di lusso made in Italy.

Il piano industriale prevede la realizzazione di un nuovo impianto per la lavorazione del metallo per la produzione di occhiali da sole e da vista per le Maison del Gruppo Lvmh. E tale piano prevede l’assunzione di nuovi lavoratori. Thélios sta pertanto vagliando diverse ipotesi e valutando varie opportunità per dare vita al progetto.

Dalla sua fondazione, lo stabilimento è stato inaugurato nel 2017, Thélios impiega a Longarone quasi 900 persone e ne ha assunte circa 500 nel 2022, produce 4 milioni occhiali/anno, oltre 10mila pezzi al giorno. E l’anno scorso ha registrato una crescita a doppia cifra rispetto al mercato. Se secondo i dati Anfao il settore viaggia al +24% Thelios fa due volte. I conti sono presto fatti. E quindi potrebbe essere pronta a scendere in campo e a impegnarsi per salvaguardare i posti di lavoro e il know how presente sul territorio, come ha dimostrato anche pochi mesi fa con l’acquisizione di Metallart.

Il distretto dell’occhialeria che sorge nel bellunese è uno dei luoghi simbolo dell’occhialeria nel mondo e la chiusura dello stabilimento Safilo di Longarone potrà avere sulla comunità locale non solo un impatto sociale, ma anche la conseguente perdita di competenze straordinarie. Un numero imprecisato di occhiali iconici, dalle montature dorate e lenti fumé di Dior alle maschere importanti di Céline, alle lenti texturizzate di Fendi sono nati dentro quei muri. Ecco perché, da quel che risulta, Thélios è disponibile a riprogettare i propri piani di crescita per adattarli ad un contesto in mutamento, perdere quel know how sarebbe un danno per tutti.

Tuttavia, come spesso accade, è sui numeri che non si trova la quadra di una possibile transazione. L’attuale piano industriale di Thélios prevede la creazione di un nuovo impianto produttivo nel metallo con una capienza di circa 100 persone. Ma Longarone di persone ne impiega attualmente 470, così com’è, purtroppo, l’acquirente potenzialmente più solido della partita non è in grado di formulare una offerta che sia sostenibile con i suoi piani di sviluppo.

Detto chiaramente, ormai è un dato assodato da parte dei diversi attori in gioco, che la società guidata da Alessandro Zanardo potrebbe fare forzi ulteriori in termini occupazionali, ma non potrà impiegare la totalità dei dipendenti Safilo. Per rendere sostenibile il deal con Thélios (ammesso e non concesso che sul tavolo non ci siano altri potenziali acquirenti pronti a fare un’offerta diversa) Safilo dovrebbe con la Regione Veneto, le rappresentanze sindacali e i lavoratori ipotizzare scenari complementari o di ridimensionamento, che potrebbero essere possibili nella massima tutela dei lavoratori.

È ragionevole pensare che Thélios potrebbe dare occupazione alla metà dell’attuale organico di Safilo? È un’ipotesi, certo è che il tempo è il fattore cruciale: la società del gruppo Lvmh non potrà attendere troppo a lungo per dare seguito ai suoi piani di sviluppo.

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